La figlia di mister Gotti: «Nuoto sincronizzato, amore a prima vista»

MONTEBELLUNA. Ha la passione per il calcio. E quando può, va allo stadio a tifare per la squadra del papà. Ma il primo amore, fin da piccola, è un altro. Quel nuoto sincronizzato che domenica, agli Assoluti Invernali di Riccione, le ha regalato forse la soddisfazione più bella: il bronzo nell’esercizio di squadra. Benedetta Gotti, 18enne montebellunese, è la figlia maggiore di Luca, allenatore dell’Udinese. Gareggia con lo Zeus Lab Monte (in Romagna aveva capitana una “certa” Beatrice Callegari, plurimedagliata a Europei e Mondiali, stella della Nazionale) e ora il suo curriculum conta su una gemma preziosa: «La prima a livello assoluto. Ma le darei lo stesso peso del terzo posto nel combo colto nel 2016, alla Coppa del Mediterraneo: in Israele, con la Nazionale Ragazze. O dell’oro conquistato, nella stessa specialità, agli Estivi Juniores 2019 di Civitavecchia».

Ma salire su un podio tricolore con la squadra tecnica, per chi sa qualcosina di nuoto artistico, conta molto: «Anche perché non ce l’aspettavamo, di solito è appannaggio di Busto. Ma, fin da inizio stagione, cullavamo l’obiettivo di migliorarci, per riscattare il sesto posto dell’edizione precedente. La fortuna ci ha aiutato, per via dello “zero” alle bustocche in un elemento delle eliminatorie. Ma ce l’abbiamo messa tutta. E poter contare in società su riferimenti come Beatrice Callegari ed Enrica Piccoli è un’emozione unica».
Benedetta vive in una famiglia di sportivi. Papà Luca, ex centrocampista, ha allenato il Treviso nel 2008-2009 (l’ultimo in B), facendosi poi largo come secondo, accanto a Roberto Donadoni e Maurizio Sarri: Cagliari, Parma, Bologna, Chelsea (con trionfo nell’ultima Europa League). Infine, l’Udinese: all’inizio vice di Igor Tudor, poi promosso “a fatica” primo allenatore. «Papà è tremendo, vorrebbe fare ancora il secondo», se la ride la figlia.

Mamma Giorgia è stata pallavolista: in B1, con Potenza e Caserta. Il fratello, 12 anni, gioca a calcio al Montebelluna. Senza scordare nonno Dino, che ha fatto la storia del pallone in Polesine. «A me il calcio piace, anche se sono milanista e, di questi tempi, non ci sta girando bene», racconta la sincronetta, «quando ho potuto, ho seguito il papà. Sono stata allo stadio per partite del Parma, Bologna e Chelsea. Ho visto pure l’Udinese, nel match con il Milan. Sì, quello vinto dai friulani: per una volta la sconfitta dei rossoneri non mi ha dato dispiacere. Perché non ho scelto il calcio? Con il pallone non mi sono mai trovata bene, mi sento un po’ imbranata».
Il sincronizzato l’ha scoperto a cinque anni. E l’ha potuto allenare in una scuola di assoluto prestigio. Laddove sono sbocciate Callegari e Piccoli, che a fine aprile voleranno a Tokyo per il Preolimpico. Modelli per chiunque si dedichi alla danza in acqua. «Mi avevano portata a Contea per i corsi di nuoto, ma poi ho fatto un provino per il sincro ed è sbocciato l’amore», rivela, «una disciplina di cui apprezzo tutto. Sacrifici compresi».
Frequenta la quinta allo Scientifico Levi, a Montebelluna. E sul futuro? «Ci saranno gli Assoluti Estivi, poco prima della maturità. E poi, si valuterà come conciliare università e allenamenti». —
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