Katà Cup: il judo Vittorio Veneto sale sul gradino più alto del podio

VITTORIO VENETO. Diversamente da tanti altri sport, quando si parla di Judo bisogna immaginarlo come un prisma composto da più facce. Il suo fascino nasce dalla complessa ed articolata natura che distingue questa disciplina sportiva, dove convergono più aspetti del vivere quotidiano. Quello più noto è forse l'aspetto sportivo. C'è poi la difesa personale che nasce dalle origini marziali di questa disciplina ed è utilizzabile come efficacissimo strumento difensivo, oltretutto non violento. C'è poi l'aspetto filosofico di questa disciplina basata sulla flessibilità mentale e fisica, che prevede la crescita con (e non contro) gli altri nella ricerca di un’armonia fra le persone e l'ambiente in cui viviamo. C'è quindi la " via dei Katà" ovvero lo studio dettagliato delle tecniche di base, che devono essere eseguite col massimo dell'efficacia ed il minimo sforzo, per trasmettere i principi tecnici sui quali si basa il Judo. Anche l'esecuzione delle tecniche di Katà, prevede delle.competizioni a tutti i livelli, da quello regionale e nazionale, alle gare europee e mondiali. Una di queste, detta "Judo Katà Cup" si è svolta al Palasport di Vittorio Veneto con la partecipazione di numerose società del triveneto. A vincere la non facile competizione organizzata dal dinamico insegnante Fabio Tonon, è stato il locale Judo Vittorio Veneto, che dal punto di vista agonistico conta un’ormai lunga tradizione. A spiccare nel Katà delle tecniche di immobilizzazione ci sono state le seguenti coppie di atleti vittoriesi: Beatrice Camerin e Margherita Mozzato prime classificate e seguite da Salvatore Iacona, Alessio Lucenti e Mattia Reggiani. Nel Katà delle antiche e decise tecniche di difesa personale, sono emersi Emiliano Maso e Mauro Benotto, vincitori di una medaglia d'argento conquistata pure da Massimo Da Ros ed Alessia Benotto nel Katà delle moderne tecniche di auto difesa dove sono saliti sul podio anche Luca Rizzo, Mattia a Reggiani ed Elisa Arnosti.
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