Imoco mai così forte L’attacco è stellare e alla star Egonu manca lo scudetto...

Rosa ringiovanita di quasi due anni di media, ma resta titolata Potenza offensiva, muro, ricezione: tutte le cifre monstre

CONEGLIANO. Il biglietto da visita e il curriculum della nuova Imoco Conegliano parlano già da soli: età media poco più di 25 anni (l’anno scorso sfiorava 27), un potenziale offensivo di tutto rispetto con metà del roster sopra i 10 punti di media a gara, palmarès individuali di trofei vinti e finali giocate in cui praticamente tutte le pantere possono vantare qualcosa.

Il mix di talento, esperienza e gioventù che la società gialloblù è riuscita a mettere insieme è, sulla carta, il migliore mai visto in otto stagioni. I tifosi già ci credono, ma servirà pazienza, in una stagione densa e articolata, che richiederà una programmazione ancor più attenta alla gestione delle singole giocatrici (infortuni permettendo).

Dal punto di vista tecnico la punta di diamante è ovviamente Egonu, che porta in dote una media di 21 punti a partita, solo considerando quelle giocate con Club Italia e Novara. Non sono da meno e costituiscono un bel “tesoretto” altre sei pantere (Hill, De Kruijf, Sorokaite, Ogbogu, Geerties e Sylla ) che, nelle rispettive carriere, stanno tra i 9 e gli 11 punti realizzati; poco più indietro, intorno a quota 7 sono Folie ed Enweonwu. Dopo una stagione faticosa col fondamentale della battuta, si dovrebbe tornare a sorridere di più dai 9 metri con i servizi spinti di Egonu e Sorokaite, ma anche con Hill, Wolosz, Geerties e Ogbogu, i cui tabellini raramente sono a zero in quella colonna.

Le potenzialità del muro sono garantite fin dalla solidità della giovane Botezat, passando per il dinamismo di Ogbogu e le qualità sopraffine di Folie, titolare per la prima volta in azzurro sabato, e De Kruijf; aggiungiamo i centimetri di Egonu ed il tempismo di Wolosz, che in questa fase difensiva sono un’importante arma in più.

In ricezione i livelli sono già eccelsi a cominciare dalla “bandiera” De Gennaro (238 gare in gialloblù, seconda e staccatissima c’è Barazza, a 133), riferimento per tutta la seconda linea con il 73% e il 49% di doppio positivo e regista aggiunta, in appoggio al capitano Wolosz, che sa dettare ritmi ad alta velocità.

Tre scudetti negli ultimi quattro anni, le 7 finali su otto disputate negli ultimi due mettono l’Imoco nel piacevole ma non sempre comodo ruolo di favorita. Aggiungiamo quanto hanno fatto singolarmente tutte le atlete e si toccano vette mai viste da queste parti: ad esclusione di Gennari, “deb” in A1, ciascuna ha giocato e vinto almeno una medaglia o un trofeo col club o con la nazionale. Dall’oro azzurro di Botezat (2015) con l’Under 18 si arriva ai 15 titoli nei 5 continenti di De Kruijf, in non meno di trenta finali.

È’ molto, ma forse non ancora abbastanza: metà delle pantere, Egonu, in primis non ha mai vinto lo scudetto e solo in quattro hanno vinto una Coppa europea. Qaule miglior incentivo e stimolo per far partire la stagione? —

Mirco Cavallin

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso