Girodonne, omaggio a Marina

Ecco il team Diadora, una tappa per la Romoli
MADRINA DEL TEAM Marina Romoli attorniata dalle compagne di squadra
MADRINA DEL TEAM Marina Romoli attorniata dalle compagne di squadra
 
CAERANO.
Marina prende per mano le compagne di squadra e tira la volata. Uno sprint lungo sette mesi che accompagna la Diadora-Pasta Zara-Manhattan nella stagione 2011. La madrina è Marina Romoli, la sfortunata atleta che lo scorso anno è rimasta vittima di un terribile incidente stradale mentre si allenava con il fidanzato, il professionista della Geox, Matteo Pelucchi. Ieri, nel nuovo teatro della Diadora a Caerano, Marina Romoli ha lasciato per la prima volta la clinica dopo 9 mesi di cure e, oltre a tenere a battesimo il super team presieduto da Maurizio Fabretto, ha annunciato il varo di una onlus per aiutare gli atleti costretti alla disabilità in seguito ad incidenti: «Raccoglieremo i fondi per la ricerca - annuncia Marina Romoli - per sostenere chi ha una speranza di guarire». Tutte le ragazze della Diadora-Pasta Zara si stringono attorno a quella che un anno fa era una delle speranze del pedale azzurro.  A cominciare da Alona Andruk, l'ucraina già a segno quest'anno in nuova Zelanda. Le due sono inseparabili: «Quand'ero in fuga è stata Marina a guidarmi alla vittoria» racconta emozionata la bionda di Kiev. Brividi a fior di pelle. E il teatro piomba in un silenzio surreale davanti a Mario Moretti Polegato -patron di Geox- e al figlio Enrico, presidente della Diadora.  Visibilmente colpiti dal dramma anche Furio Bragagnolo, di Pasta Zara, Fiorenzo Sartor, boss della Safi, presidente onorario del team.  Tredici di sette nazioni le ragazze in squadra guidate da Manel Lacambra e Diana Ziliute. Nel mirino tutte le gare più prestigiose del calendario internazionale, con una vocazione particolare per le corse a tappe (una frazione del Giro d'Italia terminerà a Potenza Picena, dove abita Marina Romoli).  «Non a caso sono state ingaggiate le ultime due vincitrici del Giro d'Italia l'americana Mara Abbott e la tedesca Claudia Hausler» rivela il presidente Fabretto. «Abbiamo preferito la sponsorizzazione a un team femminile semplicemente perché le donne sono il futuro dello sport» ammette Enrico Moretti Polegato. Ad affiancare le due reginette la lituana Inga Cilvinaite, le russe Olga Zabelinskaia e Oxana Kozonchuk, la sprinter californiana Shelley Olds, l'australiana Rachel Neylan, le americane Snead Miller e Amber Rais Pierce, la svizzera Jessica Uebelhart e le due speranze azzurre Eleonora Patuzzo e Francesca Stefani.

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