Ecco mister tripla doppia «Vinto una piccola guerra»

Il regista si gode una serata alla Kukoc: «Cambiato marcia al momento giusto» Coach Pillastrini: «Pressione e anticipo chiavi di volta. Gli Usa? Mi fido di loro»
Di Massimo Guerretta
bolognini agenzia foto film Villorba Treviso basket-imola in foto moretti
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VILLORBA. L’almanacco non dà una mano, soprattutto quando la festa per la capolista sta imperseverando. Ma il dato pare acclarato: era dai tempi di Toni Kukoc ( ci riuscì due volte, nel ’91-’92 e nel ’92-’93, prima di passare ai Chicago Bulls) che un giocatore di Treviso non riusciva a compire un’impresa clamorosa, realizzare due triple doppie. Chapeau a Matteo Fantinelli, che, dopo la prova di un anno fa contro Mantova (ma con 3 overtime) ieri sera ha sfoderato una prestazione letteralmente mostruosa: 14 punti, 12 rimbalzi (10 difensivi, tanto lui è un play...), 10 assist. Sarà che è barbuto come James Harden, che ogni tanto ne sfodera qualcuna con gli Houston Rockets del nostro amico Mike D’antoni, ma una prestazione del genere a questi livelli lascia comunque allibiti. «Bene, ma non stavo guardando a me, penso alla prestazione della squadra», sottolinea il play della De’ Longhi, «era da un po’ che non giocavamo in casa e abbiamo capito che ci serviva il nostro pubblico. L’abbiamo quasi subita, nel senso che nei primi due quarti eravamo un po’ molli, quasi fosse difficile entrare in partita. Ma ci siamo compattati: l’hanno scorso non ce l’avremmo fatta. Abbiamo dimostrato un’ottima capacità nel cambiare atteggiamento, per noi attaccare la loro zona era diventata quasi una guerra».

Coach Pillastrini si gode il successo, anche se ovviamente parte valutando la fase più critica della gara: «All’inizio ci hanno messo un po’ in difficoltà, non c’era il nostro solito agonistmo e qualche lettura non buona in attacco ci ha condizionato. Ci siamo dovuti guadagnare quasi tutti i canestri. Il nostro livello agonistico era basso, nonostante una buona difesa. Nell’intervallo ci siamo parlati, ci siamo concentati sull’attacco e abbiamo alzato la pressione e l’anticipo, con la presenza a rimbalzo in tutti e due i lati. Gli americani? Li ho usati nel finale, mi fido di loro, ovviamente. Ma ogni partita fa storia a sè, in generale dobbiamo gestire meglio i turni infrasettimanali».

Andrea La Torre sta entrando nei meccanismi nella squadra: «In attacco, se escludo qualche stupidaggine, ho cercato di dare una mano, e mi sono trovato abbastanza bene. Cerco di fare ciò che serve alla squadra, mi sto abituando. L’ultimo quarto con il pubblico che ci spingeva alla grande è stato bellissimo, ci ha dato gande spinta. In generale nel secondo tempo siamo venuti fuori bene. La classifica? Mette soddisfazione, siamo in testa ma l’importante ora è provare a rimanerci».

Il coach di Imola, Giancarlo Ticchi: «Abbiamo subito un break importantissimo di 12 punti che ha determinato l’esito della partita. Treviso ci ha punito, a questa squadra non puoi concedere nulla».

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