Davide e Max De Martin, fratelli «D» calcio

VITTORIO VENETO. Festa a metà in casa De Martin per i figli e fratelli d'arte Davide e Massimo, entrambi in rete domenica scorsa (curiosamente a pochi minuti di distanza, a cavallo delle 16.30) nella duplice sfida tra trevigiane e veronesi di serie D. Il primo sigillo stagionale dei due bomber non è servito ad evitare la seconda sconfitta in campionato a Montebelluna (contro la Virtus Vecomp Verona) ed Eclisse Carenipievigina (contro il Vigasio). Risultato: classifica ancora bloccata ad un punto dopo tre giornate, con le due massime rappresentanti del calcio trevigiano mestamente in coda, davanti al solo Cordenons. Ma Davide (classe 1996, cresciuto nel Padova) e Massimo (classe 1983, cresciuto nel Milan), figli di Fabrizio (classe 1955, cresciuto nel Torino), non disperano. Anche se l'amarezza è tanta all'indomani di una giornata che poteva regalare un altro punto alle rispettive squadre. «Purtroppo ci siamo svegliati tardi, dopo aver subito lo 0-2: da lì in poi abbiamo dominato, ma non è bastato», ricorda Davide, già a segno in D con le maglie di Fontanafredda e Sacilese. «Peccato, perché stiamo lavorando duramente con mister Fonti e l'ambiente a Montebelluna è eccezionale per noi giovani. Per questo dico che non dobbiamo demoralizzarci, ma lavorare più duramente. I risultati arriveranno». Parla già come un veterano il ventenne, fisico da centravanti moderno. «Il mio obiettivo stagionale? La salvezza del Montebelluna. Poi, è chiaro, spero di chiudere in doppia cifra. Per me, in ogni caso, dopo un'ernia alla schiena e la retrocessione con la Sacilese, questa può solo essere la stagione del rilancio». Massimo invece, a 33 anni, da due a Pieve di Soligo, non cerca il rilancio. La vendetta sì, magari, dopo quel calcio di rigore sbagliato con la maglia del Vittorio Falmec nella sfida play-out del 2014. «Non posso che essere grato a queste due società che mi hanno permesso di tornare a giocare dopo l'operazione al nervo sciatico», ricorda il bomber cresciuto a Milanello e vincitore, in maglia rossonera, del torneo di Viareggio 2001. «Farò di tutto per lasciare questa piazza in serie D. Purtroppo è un momento-no a livello di risultati. Ma siamo appena partiti. Continuando a lavorare sodo, perchè il lavoro fatto sinora, evidentemente, non è stato sufficiente». E mentre cominciano già ad aleggiare gli avvoltoi sulla panchina pievigina, Massimo sgombra il campo dai dubbi: «Marco Conte non si discute. È stato un allenatore fondamentale per la mia carriera, non solo come tecnico, ma anche come uomo». E Davide riuscirà a superare il fratello? «Con l'età no ... con la corsa sì! A me fa solo piacere che ci accostino, perché mi ricorda quando ero giovane. Al di là dei gol, spero che possa giocare con continuità e trovare la dimensione giusta». E la dimensione giusta per Massimo? «Qui a Pieve. In serie D».
Glauco Zuan
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso