Complotto romano contro la Benetton Basket
L'avvocato Gracis accusa: pressioni sì, ma solo contro Treviso. E l'ex team manager Andrea Cirelli chiede un nuovo processo
L’avvocato Alessandro Gracis, dopo aver visionato le 1500 pagine delle intercettazioni telefoniche sul caso-Lorbek, è diventato ancora più combattivo, ormai assolutamente convinto che se ci sono state delle pressioni sul lodo della Camera di Conciliazione sono venute solo da chi aveva interesse che la Benetton beccasse una stangata memorabile. E non certo per giustizialismo, ma per assecondare personali giochi di potere. La Benetton non avrebbe potuto in alcun modo salvarsi da una pesante penalizzazione. L’unico dubbio era se toglierle 12 (tesi Petrucci) o 15 (tesi Ronzani) punti: prevalse il -12, così da lasciare, almeno in teoria, una possibilità di accesso ai playoff, che però alla prova dei fatti si rivelò inutile. Gracis è proprio scandalizzato. «Una porcata, mai avrei immaginato una cosa del genere. Dalle indagini del pm di Bologna Lorenzo Gestri emerge un quadro della giustizia sportiva che è una vergogna per un paese civile». Gracis annuncia che farà istanza al Coni per chiedere l’annullamento della Camera di Conciliazione che ha chiuso il caso Lorberk e presenterà la stessa istanza al Tar del Lazio dove è ancora pendente il ricorso presentato dal legale di Andrea Cirelli contro la inibizione a tre anni e quattro mesi inflittagli nel maggio scorso. Non solo: alla luce della lettura degli atti dell’inchiesta penale bolognese sul tesseramento «Lorbek-Cuccarolo», Gracis ha deciso che la medesima istanza che spedirà al Coni sarà inoltrata anche alla procura di Bologna, ma anche a quella di Roma, perchè, ha spiegato, «nei condizionamenti che ci sono stati verso quella Camera per me si configurano dei reati: erano tutti pubblici ufficiali, penso si possa parlare di abuso di ufficio, forse anche di corruzione». Per Gracis l’inchiesta bolognese evidenzia uno «squallore diffuso di pressioni di cui Cirelli ha pagato un conto salatissimo». Emerge, per Gracis, «che il presidente del Coni Petrucci ha manovrato perchè il nostro ricorso non potesse essere accolto». Gracis infatti non concorda con l’interpretazione che vede nelle pressioni sulla Camera un modo per ottenere uno sconto di 3 punti sulla sanzione per la Benetton. Secondo Gracis infatti le pressioni del Coni miravano a far sì che il lodo non stravolgesse le decisioni della Fip e che la sanzione non scendesse sotto i 12 punti. «Avevamo chiesto che il comportamento di Cirelli fosse qualificato come slealtà e non frode sportiva, e ciò avrebbe implicato il non sanzionamento della Benetton». Invece per Gracis ci sono state pressioni del Coni sulla Camera, attraverso Bovis, per «congelare» la sanzione. Tutto con indebite pressioni e manovre, come «la riunione carbonara dell’8 maggio cui partecipano Ronzani, Bovis e l’avvocato Valori della federazione» o il fatto «che il lodo sia stato fatto scrivere dal presidente della Camera Ronzani ad un altro avvocato, che non ha partecipato alla Camera, e che per giunta ha gravi motivi di inimicizia nei miei confronti». C’è un altro verbale, quello firmato il 24 febbraio dal comandante dei carabinieri di Casalecchio (e diretto alla procura di Bologna), il quale il 20 febbraio, in occasione di un incontro di basket al PalaMalaguti, «apprendeva da sicura fonte confidenziale, che nel recente campionato di Coppa Italia la Benetton Treviso aveva 19 atleti anziché 18» e dunque di svolgere delle indagini in merito. «Perché non si specifica chi era la fonte? - si chiede Gracis - E’ qualcuno che sapeva troppo bene le cose. E guarda caso il giorno dopo Zanetti si autodenuncia in Lega. E questa fonte dice anche che il disegno della dirigenza Benetton è quello di tenere il documento nella scrivania di Zanetti, mentre era quello, eventualmente, di trasmettere tutto alla Fip. Zanetti l’ha tenuto lì per qualche disegno suo, ma non certo per aiutare la Benetton. Perché Ronzani prima dice che applicherà il “lodo calcio Modena”, ossia il -1, e poi spinge per il -15? Chiaro: per favorire Franco Chimenti (presidente della Federgolf, ndr), il quale puntava a destabilizzare i rapporti tra Coni e gruppo Benetton».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video