E' veneto il primo italiano a suonare a Notre Dame dopo l'incendio

Il 24enne organista Francesco Cardelli, dopo gli studi a Vienna, sarà il primo italiano a suonare il Grande Organo di Notre Dame dopo l’incendio. Anteprima del concerto domenica 7 settembre a Parè di Conegliano

Salima Barzanti
Francesco Cardelli
Francesco Cardelli

Un viaggio dalla Marca a Vienna, passando per Notre Dame e la Germania. Un organista 24enne, appena laureato proprio in organo nell’università nella capitale dell’Austria, il 21 settembre avrà l’onore, primo italiano dopo la riapertura della cattedrale parigina a seguito dell’incendio di alcuni anni fa, di suonare il Grande Organo, in un concerto da solista. Sarà possibile gustarsi un’anticipazione del suo programma domenica alle 20.30 nella chiesa di Parè di Conegliano. Protagonista Francesco Cardelli, brillante giovane musicista, che dopo aver frequentato il liceo musicale Marconi di Conegliano ha intrapreso un percorso internazionale per la sua formazione.

Francesco, partiamo innanzitutto dal tuo concerto trevigiano.

«Domenica suonerò alle 20.30 nella chiesa di Parè. Un concerto voluto dalla parrocchia che mi ospita quando torno a casa e mi devo esercitare con l’organo. Hanno saputo che tra un paio di settimane sarò a Notre Dame e mi hanno chiesto di proporre quel concerto, sarà una sorta di anteprima».

Cosa proporrai nella cattedrale parigina?

«Ho realizzato una trascrizione di un concerto per piano di Ottorino Respighi. Si tratta di un compositore particolarmente influente in Italia e in Europa. Ho voluto rendergli omaggio con questa trascrizione, che ritengo calzi a pennello per l’organo di Notre Dame».

Accanto agli studi, non sono già mancati concerti e partecipazioni a concorso in diversi paesi d’Europa.

«A parte aver suonato in tutt’Italia, dal nord al sud, ho avuto la possibilità di esibirmi a Vienna e Salisburgo, in Slovacchia, Germania, Irlanda del Nord, Finlandia, solo per citare alcune tappe».

Francesco Cardelli
Francesco Cardelli

Come mai ha scelto di suonare l’organo?

«Fin da piccolo sono sempre stato affascinato da questo strumento. Quando i miei genitori mi portavano a messa, restavo a bocca aperta davanti a questo “strumentone”. Quando sono andato al liceo Marconi mi è stata data la possibilità di inserirlo come secondo strumento, dopo il piano».

Poi hai scelto di trasferirti a Vienna per continuare gli studi proprio sull’organo. «Sì, a Vienna mi sono da poco laureato all’Università della musica e delle arti rappresentative in organo performance, con insegnante il vicentino Pier Damiano Peretti. A breve mi trasferirò in Germania, a Saarbrucken per il master all’università della musica. Lì il mio insegnante principale sarà Vincent Dubois, uno dei tre titolari dell’organo di Notre Dame. Proprio grazie a lui potrò suonare un organo rinomato e prestigioso come quello della cattedrale parigina. Grazie all’Erasmus avevo frequentato il corso tenuto da lui. Dubois e gli altri due titolari del Grande Organo di Notre Dame hanno scelto di dare la possibilità agli studenti più meritevoli di esibirsi in un concerto da solista nella cattedrale».

Immagino che l’emozione sia tanta.

«Indubbiamente. E anche l’impegno. Dovrà fare le prove con lo strumento, per aggiustare il timbro tramite i registri, le canne, per due notti dalle 22 alle 4 di mattina. La cosa che mi affascina maggiormente di questo strumento è la sua poliedricità, ognuno con la sua manifattura, ognuno è diverso dall’altro, con differenze timbriche importanti. Per quanto riguarda l’organo di Notre Dame è frutto di secoli di storie e vicissitudini, ha “vissuto” anche la rivoluzione francese, per dire».

Chi non sarà a Notre Dame potrà però ascoltare una “preview” del concerto a Parè.

«Ci tengo a ringraziare la parrocchia, che mi è sempre stata accanto e mi ha dato la possibilità di esercitarmi e domenica mi permetterà anche di posizionare delle luci particolari in chiesa. Molti pensano che un concerto d’organo sia qualcosa di noioso, ma non è così. In altri paesi questo è già stato recepito, spero che il concerto di domenica sia anche l’occasione di far conoscere l’organo sotto una nuova luce».

Cosa sogni per il tuo futuro?

«Vorrei continuare con la carriera concertistica, per poter esprimere me stesso attraverso l’organo, poi mi piacerebbe molto poter insegnare. Infine, sto valutando anche un’ulteriore laurea in musica da chiesa». —

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