Morte di Papa Francesco, lo sgomento del vescovo di Treviso: «Non potevo crederci»
Tomasi: «Sgomento, non ci credevo». Il cardinale Stella in lutto, monsignor Battocchio in preghiera. Conte: «Innovatore»

L’arcivescovo emerito di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, sta celebrando la messa al Monastero delle Visitandine. Un ministrante lo avvicina all’altare e gli sussurra la notizia.
Mazzocato sbianca, dice di verificare. Prima della benedizione, comunica ai fedeli: «Vi debbo dare la triste notizia che Papa Francesco è ritornato alla Casa del Padre».
Non fa in tempo, Mazzocato d’invitare a «pregare per la sua anima», che la chiesa reagisce con un “Nooo” di sorpresa. Alcune signore si mettono le mani nei capelli.
In pochi istanti la notizia fa il giro della città e della provincia. Ci sono dei parroci che fanno suonare subito le campane, senza attendere l’invito delle curie a far memoria del papa scomparso con i rintocchi alle 15.
«È il momento di raccoglierci in preghiera» raccomanda il vescovo di Treviso Michele Tomasi, che conserva ancora la memoria del pellegrinaggio diocesano dell’anno scorso.
«La speranza contro ogni speranza che lui ci ha annunciato in tutti i modi, in modo del tutto particolare nei suoi ultimi giorni di fragilità e di dono di sé fino all’ultimo, deve ora guidarci, nella fede, nella fraternità, nella comunione» testimonia Tomasi.
Don Riccardo Battocchio era stato scelto direttamente da Francesco come vescovo di Vittorio Veneto. Al termine della sessione sinodale, di cui era segretario, Battocchio s’era sentito chiedere: «Sei disponibile per Vittorio Veneto?».
Il 25 maggio sarà ordinato e ieri, 21 aprile, si è ritirato in preghiera. Intanto, a Vittorio Veneto, l’amministratore diocesano mons. Martino Zagonel, ha ammesso tutta la sua sorpresa: «Una morte improvvisa pur nella sua prevedibilità” ma “una morte luminosa perché avvenuta nel cuore della Pasqua di Resurrezione, e nel segno pubblico del dono totale di sé stesso, di pastore che sta col suo amato popolo fino all’ultimo respiro e nell’estrema sofferenza fisica».
Poi, rivolgendosi direttamente a Francesco, gli ha aggiunto commosso: «Grazie, Francesco,vero volto della misericordia di Dio. Sarai intercessore di pace, dopo esserne stato per tutti estremo assertore e strenuo difensore». Ieri sera Tomasi ha celebrato in cattedrale la prima messa di suffragio, Zagonel lo farà mercoledì.
Il cardinale Beniamino Stella, spesso di ritorno a casa, nella sua città di Pieve di Soligo, e per lunghi anni uno dei più stretti collaboratori di Bergoglio, era commosso e ha preferito il riserbo.
A Pieve, il sindaco Stefano Soldan, ha fatto sospendere ogni pubblica iniziativa in segno di lutto. «Francesco» sottolinea Mario Conte, sindaco di Treviso, «è stato un Papa che ha dato un’impronta forte, attento all’ambiente, agli ultimi, alla riforma della Chiesa, alla Pace».
La Pace, appunto: in uno dei suoi primi pellegrinaggi, a Redipuglia, Bergoglio ha fatto memoria del nonno che gli raccontava della sul Piave. Per il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, «non c'è una sola parola, un invito, un'esortazione che hai rivolto a me come persona e soprattutto, come amministratore cristiano, che mai dimenticherò».
Il sindaco di Trevignano, Franco Bonesso, ha conosciuto Bergoglio quand’era cardinale, nel 2012, a pochi mesi dall’elezione, direttamente a Buenos Aires. «Già allora capii che era un grande uomo», ammette. Apprezzamento e ammirazione anche da Mirella Balliana, sindaca di Vittorio Veneto.
Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari, trevigiano, riconosce che «le famiglie si sono sentite amate da Papa Francesco ma, pur nelle loro fragilità, anche stimate per la loro scelta di essere custodi delle relazioni fondamentali e artigiane dell’amore. Come presidente del Forum desidero manifestare la nostra gratitudine per l’attenzione costante che il Papa ha riservato alla famiglia, cuore pulsante della società e luogo primario di accoglienza, educazione e speranza. Le sue parole e i suoi gesti resteranno per sempre una guida luminosa, orientando le nostre azioni quotidiane».
A piangere Papa Francesco, punto di riferimento spirituale e umano per milioni di persone, c'è anche il sindacato degli infermieri Nursing Up. «Il Santo Padre - dichiara il presidente Antonio De Palma - ha sempre dimostrato una straordinaria attenzione verso i professionisti della sanità, in particolare gli infermieri, che ha più volte definito "angeli custodi" del dolore e della speranza”.
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