Zaia ministro all'agricoltura

L'annuncio di Bossi: un trevigiano al governo
Treviso 20070907 FESTA DELLA LEGA NORD FESTA DELLA LEGA NORD 2007 in foto roberto calderoli con luca zaia (FOTOFILM/FotoFilm)
Treviso 20070907 FESTA DELLA LEGA NORD FESTA DELLA LEGA NORD 2007 in foto roberto calderoli con luca zaia (FOTOFILM/FotoFilm)
E’ Luca Zaia il primo, e per il momento unico, ministro veneto. Parola di Umberto Bossi. Il Senatùr lo ha rivelato ieri dopo il vertice con Berlusconi ad Arcore. Il leghista vicepresidente della Regione guiderà il dicastero delle Politiche agricole. Dall’incontro con il premier in pectore il Carroccio esce con la bisaccia piena: Bossi sarà ministro delle Riforme, Roberto Maroni andrà al Viminale, Roberto Calderoli sarà vicepremier. Quattro posti di assoluto rilievo nella compagine governativa di Berlusconi. A livello locale la rivincita della Lega trevigiana - diventata “grande” prima delle altre - su quella vicentina e veronese. Tramontata l’ipotesi di Gianpaolo Dozzo e restano appese a un filo le ambizioni di Francesca Martini.


Ecco la probabile squadra di governo dopo l’incontro di Arcore. Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, vicepremier, Gianni Letta e Roberto Calderoli; Franco Frattini agli Esteri e Roberto Maroni all’Interno. Alfredo Mantovano o Giulia Bongiorno alla Giustizia e Ignazio La Russa alla Difesa. L’Economia torna a Giulio Tremonti. Claudio Scajola dovrebbe aggiudicarsi le Attività produttive mentre in caso di disfatta nella corsa per il Campidoglio Gianni Alemanno potrebbe approdare a Welfare-Salute. Detto del trevigiano Luca Zaia alle Politiche agricole, Michela Vittoria Brambilla è in corsa per l’Ambiente. E ancora Altero Mattioli a Infrastrutture e Trasporti, Sandro Bondi a Istruzione-Università-Ricerca e Paolo Bonaiuti ai Beni culturali. Donne regine dei dicasteri senza portafogli: su questo fronte - oltre alle Riforme a Bossi - si fanno i nomi di Stefania Prestigiacomo alle Pari opportunità, Elio Vito ai Rapporti con il Parlamento, Lucio Stanca all’Innovazione tecnologica, Adriana Poli Bortone alle Politiche comunitarie e Mariastella Gelmini agli Affari Regionali.


Ma è proprio Luca Zaia il nome nuovo, e assolutamente inatteso a palazzo Chigi. A risultato acquisito la Lega trevigiana aveva puntato subito riflettori e megafoni su Gianpaolo Dozzo. Se si trattasse di uno specchietto per le allodole, con Dozzo vittima predestinata, immolata sull’altare della causa per proteggere lo stesso Zaia è difficile dirlo, anche se appare più verosimile che sia stato un “numero” alla Bossi, assolutamente inaspettato e condiviso con pochi. Lo stesso vicegovernatore, dal canto suo, sembrava più orientato all’eventualità di dover reggere la Regione al posto di Galan, che non a fare la valigia per Roma. Ridotte al lumicino invece, ma non del tutto sfumate, le possibilità della veronese Francesca Martini di sedersi a un sottosegretariato, verosimilmente alla Salute. «E’ andata» aveva detto ieri il leader del Carroccio alzando il pugno in segno di vittoria. Clima completamente diverso, dunque, rispetto a quello che aveva segnato il vertice di maggioranza della settimana scorsa, dal quale Bossi era uscito scuro in volto, dicendo che non si era combinato niente e che lui sarebbe «tornato in Insubria». Naturalmente restano in piedi le richieste leghiste in tema di sicurezza, avanzate anche ieri da Roberto Calderoli. Certo quello di Arcore non è l’incontro conclusivo. Oggi, udienza a Formigoni e Galan. Da definire l’eventuale ruolo che il primo avrà nella nuova compagine di governo ed il futuro delle due regioni. Difficile credere che Berlusconi consegni l’asse lombardo-veneto al Carroccio senza combattere.

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