“Vive solo se brucia”, il documentario sul teatro viaggiante che ha attraversato decenni di Italia

Arriva nelle sale il film del regista trevigiano Marco Zuin dedicato all’epopea dei Carrara e a una stagione irripetibile

Tommaso Miele
Argia Laurini e Annalisa Carrara sul set del film di Marco Zuin
Argia Laurini e Annalisa Carrara sul set del film di Marco Zuin

Come una fenice, rinascere dalle proprie ceneri e ripartire. Reinventarsi e mai fermarsi: così il palco, le assi di legno e le luci che si spengono, in un rito comune e un ciclo perpetuo che accomuna teatro e cinema alla ricerca del presente. E, forse, che coinvolge anche un intero Paese. L’epopea dei teatri viaggianti raccontata attraverso i ricordi di una delle ultime famiglie d’arte, i Carrara, prende forma sul grande schermo grazie al regista trevigiano Marco Zuin e al suo ultimo documentario “Il teatro vive solo se brucia”, prodotto da Ginko Film e in arrivo nelle sale con un’anteprima al Cinema Odeon di Vicenza in programma lunedì 8 maggio.

Il nuovo lavoro del premiato autore di “Niente sta scritto”, “Passi verso l’altrove” e “Edith”, tra gli altri, rispolvera gli spostamenti avventurosi del teatro “on the road” dal primo Dopoguerra fino all’avvento della televisione, riportando a viva luce la magia dei palchi di un tempo con un’incursione nel presente e attraversando le vicende di una delle ultime rarità umane e artistiche, da più di dieci generazioni: i Carrara.

Il regista trevigiano Marco Zuin
Il regista trevigiano Marco Zuin

In un viaggio picaresco da sud a nord, partendo dalla Sicilia e arrivando in Veneto, nell’ultimo secolo i Carrara hanno setacciato l’Italia conducendo il teatro laddove teatro mai sarebbe fiorito. «Attraverso una materia cinematografica viva e inedita abbiamo indagato, andando a caccia del classico “come eravamo”: una sorta di memoria del passato per trovare una base essenziale per capire il presente» spiega Zuin. «Un confronto, mai nostalgico, tra un tempo trascorso e il contemporaneo. I Carrara sono figli del mondo, e cambiano con lui».

Con la voce narrante di Andrea Pennacchi e grazie ai ricordi dei fratelli Titino, Annalisa, Armando Carrara e della madre Argia Laurini, il film vuole ricostruire non solo l’ultima stagione di un teatro popolare che non esiste più, ma anche gli usi e il vissuto di un’Italia prima contadina e poi sempre più società dei consumi.

«Dopo aver conosciuto Titino e aver assistito a vari spettacoli dei Carrara, ho pensato che sarebbe stato giusto dare testimonianza video di una realtà assolutamente straordinaria, composta da persone uniche. Penso ad Argia, classe 1930, che da bambina girò il mondo interpretando Pantalone» aggiunge Zuin. «Ora il teatro ha assunto sembianze più intellettuali, ma è proprio da quei palchi, da quei movimenti di persone e maschere, senza barriere e confini, che è scaturito l’incantesimo capace di far innamorare il pubblico».

Le riprese di “Il teatro vive solo se brucia” hanno coinvolto anche il Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori di Abano Terme, dove sono state realizzate le più importanti maschere per Giorgio Strehler, De Bosio, Dario Fo, Ferruccio Soleri e anche per il nostro Titino, oltre alla Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, luogo dove è conservato l’archivio della compagnia dal 1975, anno in cui venne ufficialmente fondata con il nome “La Piccionaia”.

«La generazione e l’epoca teatrale dei Carrara si esaurirà con i protagonisti di questo film, ma certamente la loro eredità artistica non andrà mai smarrita» conclude Zuin. Finanziato da Regione Veneto e Veneto Film Commission, il film è stato realizzato anche grazie al sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission, la collaborazione dell’Associazione Pipa e Pece, il contributo di La Piccionaia-Centro di Produzione Teatrale e di Caseificio Tonon.

Dopo l’evento a Vicenza, il documentario continuerà nella settimana il suo tour nei cinema del Veneto: il 9 maggio al Cinema Italia-Eden di Montebelluna, il 10 maggio al Cinema Esperia di Padova e l’11 maggio al Cinema Edera di Treviso, con la collaborazione di Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale e di Arteven-Circuito Multidisciplinare Regionale del Veneto, nell’ambito del progetto Teatro Viaggiante, tra gli altri. 

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