Una nuova via per la Val Giralba isolata

Al Carducci si arriva solo con le ferrate. Bepi Monti ha trovato un'alternativa ma serve il Cai

BELLUNO. Tra i rifugi della provincia di Belluno quello che presenta la situazione più complicata è sicuramente il Carducci nell'alta Val Giralba, da tempo isolato per colpa di una frana che ha ostruito il principale sentiero d'accesso situato lungo l'Alta Via numero 5. «Il rifugio è regolarmente aperto ma ha cambiato la propria destinazione d'uso, concentrando l'attenzione sui frequentatori delle ferrate visto che per tutto il resto siamo fuori dal mondo», spiega il gestore Giuseppe Bepi Monti che al tema dell'isolamento aggiunge un problema ben più grave legato alla sicurezza: «Purtroppo tanti fruitori dell'Alta Via numero 5 non conoscono la situazione in cui versa la Val Giralba e una volta arrivati nei pressi della frana non sanno che fare. Noi ci adoperiamo il più possibile per supportare e salvaguardare l'attività escursionistica delle persone che arrivano o partono dal rifugio, facendo presente che la zona richiede un altissimo livello di attenzione perché i pochi sentieri agibili sono difficili. Uno di questi richiede anche l'attraversamento del torrente». Bepi Monti non si scoraggia e rilancia chiamando in causa il Cai: «Sui passaggi dell'Alta Via numero 5, i problemi maggiori della chiusura in Val Giralba li hanno riscontrati i rifugi più frequentati come Baion, Chiggiato o Ciareido. Rimane il fatto che va cercata nel minor tempo possibile una soluzione e su questo fronte finalmente, dopo una serie di perlustrazioni, abbiamo individuato una via alternativa». Proprio Bepi Monti è stato protagonista ad aprile, insieme ad una delegazione del Soccorso alpino, di un sopralluogo a monte della frana che ostruisce il transito verso il Carducci. Qui è stato individuato un percorso alternativo in grado di offrire un passaggio più semplice e sicuro capace di far ripartire l'escursionismo in Val Giralba: «Un tempo la Brigata Cadore avrebbe mandato sul posto sessanta ragazzi che nel giro di qualche giorno avrebbero aperto il varco scavando con i badili», aggiunge Monti, «oggi spetta al Cai invece cercare la soluzione definitiva. Io il mio contributo l'ho offerto alla causa ma di più non posso fare. Ovviamente il problema primario in tal senso è il reperimento dei fondi necessari per realizzare un sentiero che va creato ex novo». (dierre)

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