Insulti razzisti all’arbitra Marua Ouertani: daspo e maxi squalifiche a 4 calciatori

Durante Ponzano–Unione LPV, nel Torneo Marca Trevigiana, l’arbitra Marua Ouertani è stata vittima di insulti razzisti e sessisti. Squalifiche fino a 10 giornate e doppio Daspo per i giocatori del Ponzano

Mattia Toffoletto
Marua Ouertani
Marua Ouertani

Un altro caso di razzismo e discriminazione nel mondo del calcio giovanile vede protagonista il Veneto. Questa volta l’episodio si è verificato nel Trevigiano, più precisamente lunedì 19 maggio a Castagnole durante il match categoria Juniores tra Ponzano e Unione LPV, gara inserita all’interno del 48° Torneo Marca Trevigiana, dove a subire insulti razzisti e offese discriminatorie è stata la direttrice di gara Marua Ouertani. Ad aggredirla verbalmente quattro giocatori del Ponzano, sanzionati dalla giustizia sportiva con Daspo e maxi squalifiche.

Le sanzioni 

La partita viene vinta 1-0 dall'Unione Lpv (LiaPiave Vazzola) e, al triplice fischio di Ouertani, si scatena l'imponderabile: due calciatori del Ponzano insultano l'arbitra con «epiteti volgari e razzisti», prendendo di mira le sue origini e il suo essere donna. Ouertani, ora arbitra in forza al Cra Veneto (dirige fino alla Prima categoria) e da cinque anni alla Sezione Aia di Treviso, ha origini nordafricane.

E, curiosamente, di origini nordafricane è pure uno dei calciatori sanzionati. Un quadro desolante: qualcuno riferisce che la ragazza, dopo la gara, si è messa a piangere, presa dallo sconforto. Ma andiamo con ordine.

I provvedimenti più pesanti sono stati inflitti a un giocatore ancora minorenne, classe 2007, di origine maghrebine, e a Rikardo Dhima, stesso anno di nascita ma già maggiorenne, di origini albanesi: nel primo caso il calciatore è stato punito per essersi rivolto all'arbitra «con epiteti volgari e di contenuto discriminatorio razziale», beccandosi 10 giornate di squalifica e il divieto, per un anno, «di accedere a impianti sportivi in cui si svolgono manifestazioni o gare calcistiche, anche amichevoli in ambito Figc»; squalifica della medesima lunghezza e Daspo sportivo anche per Dhima, «per aver reiterato a fine gara le stesse espressioni ingiuriose e discriminatorie» pronunciate dal compagno.

Dieci giornate di squalifica (sanzione aggravata dall'essere capitano) anche per un altro giocatore del Ponzano, Antimo Castaldi, classe 2005: sempre a match terminato, accompagna le «ingiurie all'indirizzo della madre della giocatrice» a un atteggiamento «minaccioso e aggressivo, tanto da dover essere controllato energicamente da un dirigente per evitare il contatto fisico».

Quattro giornate a carico di un altro compagno, classe 2007: a fine partita «l'affrontava con atteggiamento minaccioso e aggressivo, rivolgendole espressioni irriguardose, che reiterava ad alta voce fino al rientro negli spogliatoi».

Il giudice sportivo 

Un dopogara caldissimo (eufemismo): i giudici sportivi del torneo avevano deciso, quasi nell'immediato, la cacciata dei calciatori coinvolti dal Marca Trevigiana. Poi la trasmissione degli atti al giudice regionale per la gravità dei fatti. Ieri il comunicato, con tanto di duplice Daspo sportivo emesso a carico di due calciatori del Ponzano.

Durissima la condanna della società, che si è subito scusata con l'arbitra, definendo «deplorevole» il comportamento dei propri giocatori, peraltro già nel giro della prima squadra. «Se hanno deciso così, significa che i calciatori sanzionati si sono comportati in modo gravissimo. È ora di finirla con certi atteggiamenti che nulla c'entrano con lo sport. La ragazza è stata offesa come donna e per le sue origini: bruttissimo», commenta Mario Sanson, delegato provinciale Coni, già organizzatore del torneo Marca Trevigiana.

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