TREVISOTrans peruviano rivela: "Ho l’Aids e mi vendo"
"Sono sieropositivo, mi vendo lungo la Pontebbana". La confessione choc di un trans peruviano è stata fatta ieri durante un processo in tribunale a Treviso. Era stato arrestato l’altra notte a Spresiano con l’accusa di aver violato la legge Bossi-Fini. Ieri la condanna. Il viado ha detto di essere rimasto in Italia per curarsi

TREVISO.
Si prostituiva lungo la Pontebbana malgrado sia malato di Aids. E.J.C. è un trans sudamericano comparso ieri in tribunale a Treviso con l’accusa di aver violato la legge sull’immigrazione clandestina. «Sono rimasto in Italia per farmi curare, sono sieropositivo», ha detto. E.J.C. è un peruviano di 42 anni: l’altra notte è stato arrestato dalla polizia mentre si prostituiva vestito da donna lungo la Pontebbana a Spresiano. L’accusa era di aver violato la Bossi Fini: di essere rimasto in Italia clandestinamente malgrado due ordini di espulsione e altrettante condanne (a 5 mesi ciascuna) per non aver ottemperato l'obbligo di lasciare il Paese.
Ieri è comparso in tribunale a Treviso, davanti al giudice Angelo Mascolo, per il processo con rito abbreviato; è stato condannato a 1 anno e all’obbligo di andarsene. «Sono rimasto in Italia per farmi curare - ha spiegato il trans, assistito dall’avvocato Cristiano Biadene - Sono sieropositivo». Una dichiarazione che ha sconcertato il sostituto procuratore Giovanni Francesco Cicero il quale ha immediatamente replicato: «E si prostituisce?».
Il trans ha risposto dicendo di farlo soltanto qualche volta. Il peruviano non ha esibito certificati medici, spiegando di averli lasciati nella sua abitazione, ma ha assicurato di avere una visita medica fissata per il 20 settembre all’ospedale di Mestre. Una situazione ad alto rischio, dunque, sulle statali del sesso della Marca dove i trans sono sempre più gettonati e dove le richieste di rapporti non protetti sono purtroppo diffuse. Il caso del trans sieropositivo arriva a distanza di pochi giorni dalla notizia del sergente americano in servizio ad Aviano che praticava lo scambio di coppie nella Marca e nel Pordenonese malgrado fosse malato di Aids e che ora è indagato negli Stati Uniti per non avvertito le molte partner rischiando di contagiarle.
Il trans dovrà lasciare il Paese entro 5 giorni, secondo quanto disposto dal tribunale. Il peruviano non è stato però accompagnato alla frontiere e, come è accaduto dopo le precedenti condanne, potrebbe comunque non partire. Sempre ieri sono stati condannati a 8 mesi per la violazione della Bossi-Fini altri due stranieri bloccati in città: un ucraino era stato fermato ubriaco davanti alla farmacia Santi Quaranta e un moldavo in un appartamento di via Monfenera.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video