Treviso, giovane annega nel Sile cercando di recuperare un pallone
La tragedia in Riviera Santa Margherita in pieno centro a Treviso: un ragazzo classe 2003 è scivolato nel fiume e non è più riemerso. Vigili del fuoco e forze dell’ordine ritrovano il corpo poco dopo

Ha allungato la mano verso l’amico per affidargli il telefono, poi ha scavalcato il parapetto di Ponte San Martino ma la forza della corrente l’ha travolto.
Muhammad Rana Shayan, ventiduenne richiedente asilo originario del Pakistan, è sparito pochi metri dopo il salto d’acqua all’imbocco di Riviera Santa Margherita nel tentativo di recuperare un pallone.
Gli amici, o meglio conoscenti originari del Pakistan, non hanno potuto fare altro che tentare di dissuaderlo prima di chiamare i soccorsi.
Il corpo del giovane, che dalle prime informazioni si trovava in Italia da una decina di giorni, è stato recuperato nel giro di un’ora nel tratto di fiume che costeggia i giardinetti Sant’Andrea e sotto gli occhi della folla allarmati dal massiccio presidio di polizia, carabinieri e vigili del fuoco che dopo l’allarme ha raggiunto il Lungosile che in quel punto è stato chiuso al transito durante le operazioni di recupero.
L’incidente
Un tragico incidente, complice una sottovalutazione della forza trascinante del fiume, tanto più in seguito alle piogge dei giorni scorsi. Non è chiaro se Muhammad stesse giovando a palla con altri due connazionali o se volesse recuperare uno dei palloni che galleggiano vicino all’impianto dell’Enel.
I testimoni raccontano di aver visto il ventiduenne scavalcare il parapetto di Ponte San Martino e immergersi dall’angolo verde dove è posizionata la statua. «Ha lasciato a terra lo zaino e mi ha passato il suo telefono» racconta Abbas, uno dei connazionali che ieri pomeriggio era assieme a Muhammad prima che venisse inghiottito dal fiume. «È entrato in acqua» prosegue tornando a quei momenti drammatici.
«Gli abbiamo detto di uscire subito perché era pericoloso, ma lui non ci ha ascoltati. Ha fatto qualche metro e poi è si è immerso con la testa». La corrente ha trascinato il corpo rapidamente a valle, con tanta forza da risucchiarlo verso il fondale. «Abbiamo visto le scarpe galleggiare dopo il salto d’acqua. A quel punto siamo andati a chiamare i soccorsi».
Altri testimoni che passavano per il ponte quando è avvenuta la tragedia raccontano di aver visto il ragazzo «fare qualche bracciata» prima di venire inghiottito dai flutti del piccolo salto d’acqua della centrale.
I soccorsi
In corso Santa Margherita in pochi secondi sono accorse tre volanti della polizia, pattuglie dei carabinieri e della polizia locale mentre dalla piazzola del Ca’ Foncello è decollato l’elicottero che ha sorvolato avanti e indietro il corso del fiume.
I vigili del fuoco, intervenuto nel frattempo con una squadra fluviale ha setacciato il tratto di Sile fra Ponte San Martino e i giardini di Sant’Andrea. Dopo meno di un’ora di ricerche il corpo del ventiduenne è stato individuato e un centinaio di metri dal punto dell’ultimo avvistamento.
Al di là del nastro segnaletico bianco rosso si è creata una folla di curiosi incuranti dei continui ammonimenti delle forze dell’ordine. I vigili del fuoco hanno trasportato il corpo recuperato dall’acqua fino a Ponte Dante, dove, lontano dai curiosi, i medici del Suem hanno constatato il decesso. Nelle prossime ore le autorità informeranno i familiari che si trovano in Pakistan. Muhammad era solo in Italia, dove si trovava da una decina di giorni dopo aver lasciato la Grecia e a Treviso trascorreva le notti al parcheggio Dal Negro. In Italia voleva ricostruirsi una vita. «Ci parlava della sua famiglia. Provvedere a chi amava era la sua unica preoccupazione» raccontano i connazionali che ieri l’hanno guardato negli occhi per l’ultima volta. Prima di vederlo sparire nel Sile.
Le foto delle ricerche






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