«Tachicardia e monossido non esiste correlazione»

 
CAMPOSAMPIERO.
«La tachicardia non ha niente a che vedere con l'intossicazione da monossido di carbonio. Non credo ci sia correlazione tra l'aritmia accusata dalla paziente e le cause della sua morte. L'intossicazione è legata alle esalazioni, quindi non riesco a vedere un nesso tra i due episodi. Il fatto che sia stata vista dai colleghi medici poche ore prima non vuol dire nulla. La signora aveva una fibrillazione atriale con lieve astenia. Era morta la sorella da poco, lei associava questa agitazione a quel particolare episodio. E' stata fatta la visita cardiologica, il cardiologo ha escluso qualsiasi problema importante. Lei ha chiesto di essere dimessa ed è stata mandata a casa».  Il direttore generale dell'Usl 15, Alta Padovana, Francesco Benazzi fuga tutti i dubbi su un possibile collegamento tra il malessere avvertito lunedì sera da Ivetta Carraro e la morte della poveretta. «Non c'è correlazione tra la fibrillazione atriale e la carbossiemoglobinemia, che sarebbe il monossido nel sangue. L'ossido di carbonio si sostituisce all'ossigeno del sangue e va a chiudere i recettori dell'emoglobina, è un problema legato al sistema respiratorio - spiega Benazzi - nel sangue non c'è più ossigeno, entra anidride carbonica, crea l'asfissia e quindi la morte».  A quanto pare l'ambiente era saturo di monossido, che dà un senso di intontimento. Alessandro forse aveva intuito qualcosa, infatti si è alzato dal letto e ha tentato di raggiungere la salvezza.
(g.a.)

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso