Sorrisi e qualche lacrima per "La versione di Barney"
Un'altra pellicola tratta da un best seller presentata in concorso a Venezia. Con "La versione di Barney" si ride e anche ci si commuove. Buona l'accoglienza della critica e l'attore di origini italiane, Paul Giamatti confessa: "Ho ammorbidito il personaggio rispetto al libro"

Regista e cast de "La versione di Barney"
VENEZIA. Si ride e ci si commuove con "La versione di Barney", film in concorso in questa 67/a edizione del Festival di Venezia, che proprio com'era successo solo ieri
con "La solitudine dei numeri primi" di Saverio Costanzo, mette in campo un altro best seller che potrebbe irritare la sensibilità di milioni di appassionati. Nel caso di ieri era il libro di Paolo Giordano, oggi quello, sempre omonimo, di Mordechai Richler (pubblicato in Italia da Adelphi).
Il film, prodotto da Canada e Italia (Fandango) e firmato da Richard J.Lewis (regista di 'Csi'), che sarà distribuito in Italia da Medusa, non racconta altro che la vita irriverente di Barney Panofsky (Paul Giamatti), ovvero i suoi molti matrimoni (ben tre), il rapporto con l'eccentrico padre (Dustin Hoffman), col suo dissoluto amico (Scott Speedman) e infine il suo grande amore per Miriam (Rosamund Pike), la donna che sarà la sua terza moglie e madre dei suoi figli.
La storia di questo uomo, irritante e irritato, nell'arco di oltre 40 anni, avrà una tappa anche a Roma, dove vivrà da ragazzo la sua personalissima boheme. E tutto questo prima che Barney, cinico manager televisivo delle Produzioni Assolutamente Inutili, perda progressivamente la memoria per l'Alzheimer.
''Questo libro è così tanto amato, sia dagli italiani sia dai canadesi, che mi sono guardato bene dal rispettarne lo spirito, mettendo ovviamente la centro la storia d'amore di Barney e Miriam'': così il regista parla di questo film in concorso, che ha avuto una gestazione di oltre sette anni.
Dice invece Giamatti: ''Anch'io, come Barney, non sono un tipo amabile. Per prepararmi ho ovviamente letto il libro e devo dire di aver ammorbidito sullo schermo il personaggio originale''. L'attore parla poi delle sue origini italiane (''Mio nonno veniva dall'Italia e faceva orologi'') mentre del suo illustre partner Dustin Hoffman dice: ''E' un uomo molto divertente. Sembra che intenda il suo lavoro sul set anche come un'occasione per dire barzellette sporche. Certo, se avesse 30 anni di meno avrebbe fatto il mio personaggio molto meglio di me''. Comunque, conclude, ''Barney è molto romantico, frustrato e pieno di un'ossessione che lo rende allo stesso tempo dolce e bastardo''.
Qual è stato il periodo più difficile da rappresentare? ''Sicuramente Barney da giovane. La gioventù - spiega Giamatti - è un periodo che si è allontanato troppo da me, poterla ben rappresentare. Insomma, non mi ricordo proprio come ero a 28 anni''.
A difendere il film anche il produttore Robert Lantos: ''Certo che c'è umorismo ebraico ma va considerato che Richler era un personaggio scomodo per la stessa comunità ebraica alla quale apparteneva. Il motivo? Perchè li prendeva in giro con il suo umorismo 'politically uncorrect'''.
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