Nelle chat il video protesta sulla separazione delle carriere: magistrati furiosi
La Camera penale veneziana ha realizzato un video in cui accosta la professione all’inganno: «È la nostra battaglia». L’Anm: «Proclami falsi e grotteschi indegni di un serio e approfondito confronto»

C’è un video che gira e sta facendo infuriare un buon numero di magistrati. È un video di 1 minuto e 50 secondi sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. L’ha realizzato la Camera Penale Veneziana e questo rende tutto molto complicato. Al momento c’è un atteggiamento attendista da parte dell’Associazione nazionale magistrati ma non è escluso che una reazione ci sarà.
Intanto tocca registrare questa presa di posizione forte da parte dei penalisti veneziani, che con un filmatino molto efficace fanno capire come la pensano. Nella prima scenetta, per esempio, ci sono due persone che giocano a scacchi e una terza interviene in modo scorretto, decidendo di fare vincere uno dei due contendenti.
Lo stesso accade nella seconda scena, con due persone che giocano a carte a una terza che bara sfilando la carta giusta dalla manica per darla a uno dei due giocatori. “Lo riterresti equo?”, è la scritta in sovraimpressione. E poi ancora: “Separare le carriere per essere finalmente parti uguali”. Alla fine ci sono anche i nomi degli autori, tutti giovani avvocati del foro di Venezia. Da giorni il video gira da un cellulare all’altro, tanto che su Whatsapp compare l’avviso “inoltrato molte volte”. E diciamo che le parti coinvolte non hanno proprio gradito.

Renato Alberini, presidente della Camera Penale Veneziana, risponde senza fare giochi di strategia. «Me ne assumo la responsabilità piena», dice questo avvocato di 68 anni, da 42 iscritto all’albo. «Non ho idea se ci siano malumori o mal di pancia di qualche singolo magistrato. Quando succederà, se succederà, prenderò le dovute contromisure».
Alberini racconta come il video sia un prodotto collettivo dei giovani avvocati, che la Camera Penale Veneziana ha deciso di presentare all’Open Day di Rimini, venerdì e sabato della scorsa settimana. «È un incontro annuale dedicato ai giovani avvocati», spiega. «Dunque quel video non è nato per il gusto di fare polemica. Se ci saranno chieste spiegazioni, le daremo sempre problemi».

Lo scorso 13 giugno 2024 il governo ha presentato alla Camera dei Deputati il ddl Nordio, per separare le carriere dei magistrati requirenti (i procuratori che coordinano le indagini e rappresentano l’accusa nei processi) da quella dei magistrati giudicanti. Si tratta di un tema caro al centrodestra, già proposto nel 2011 dal governo guidato da Silvio Berlusconi, in quel periodo sottoposto a indagini e processi.
È chiaro anche quale sia la posizione dei penalisti veneziani. Ciò che non è piaciuto a molti magistrati è l’accostamento della loro figura a quella del baro, una figura che con l’inganno decide in modo arbitrario chi far vincere e chi no. Nel video, in realtà, compare anche il logo dell’Unione delle Camere Penali Italiane. «Io aderisco all’Unione da molto tempo», puntualizza Alberini. «La nostra battaglia sulla separazione delle carriere è ben nota».
La replica dei magistrati
Questa la nota della Giunta sezionale di Venezia dell’Associazione nazionale magistrati sul caso del video: «La Giunta sezionale di Venezia dell’Associazione nazionale magistrati, con riferimento al recente video prodotto dalla camera penale veneziana sul tema della separazione delle carriere, esprime profonda indignazione e sconcerto per l’iniziativa. Il contenuto del video distorce gravemente e consapevolmente la realtà, dipingendo un processo penale “truccato” per la collusione tra pubblico ministero e giudice, scenario falso che mortifica e ridicolizza l’amministrazione della giustizia e la stessa funzione difensiva».
«Spiace constatare che tale scomposto attacco provenga da avvocati con i quali quotidianamente i magistrati del distretto veneziano si confrontano nel reciproco rispetto che da sempre ne ha contraddistinto i rapporti», prosegue la nota, «Spiace constatare altresì che l’analisi delle gravi disfunzioni che affliggono il sistema giustizia e dei necessari interventi riformatori per porvi rimedio (ben consapevoli tutti che alcun beneficio deriverebbe dalla introduzione della separazione delle carriere), abbia lasciato il campo a proclami falsi e grotteschi indegni di un serio e approfondito confronto. Tali iniziative non potranno che influire negativamente sui futuri rapporti tra la camera penale veneziana e i magistrati del distretto veneziano».
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