«Nostra figlia nata di 1,2 chili. Dopo 76 giorni la portiamo a casa»: la lettera d’amore di due genitori all’ospedale
Le parole cariche di emozione della mamma e del papà di Caterina, neonata prematura a lungo ricoverata in Terapia intensiva neonatale a Camposampiero. Ora è stata dimessa: «Questo periodo non è stato solo una parentesi, ma un capitolo fondamentale della nostra famiglia, e voi avete avuto una parte essenziale»

Caterina pesava solo un chilo e 260 grammi quando è venuta alla luce, lunga 37 centimetri appena. Settimane in bilico, curata e coccolata da mamma e papà e dal personale della Terapia Intensiva Neonatale di Camposampiero, diretta dalla dottoressa Veronica Mardegan, che ricade sotto la Pediatria diretta dal dottor Luca Vecchiato.
Per un neonato prematuro, ogni giorno che passa è una conquista, ogni piccolo progresso salutato come un trionfo. Dopo 76 giorni di ricovero, Caterina è stata dimessa: ha raggiunto il peso e la lunghezza di un bambino nato a termine e ora può iniziare davvero a vivere.
I genitori hanno scritto una lettera rivolta al personale sanitario che ha avuto in cura la loro piccola. Il testo è firmato “Caterina con mamma, papà e fratellini”.
Ecco il testo integrale che l’Ulss 6 Euganea ha condiviso sui social.
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“Care zie, eccoci arrivate finalmente al tanto atteso momento dei saluti, spero che questa sia la volta buona e di non fare ancora qualche scherzetto per restare in vostra compagnia. Sono passati ben 76 giorni da quando sono arrivata da voi: pesavo 1 chilo e 260 grammi ed ero lunga 37 cm. Ero piccola, fragile, ero nelle vostre mani... mani che mi curavano, nutrivano, coccolavano.
La mia mamma e il mio papà erano spaventati, si sentivano inadeguati, avevano sensi di colpa inspiegabili, una vulnerabilità mai sperimentata e una solitudine difficile da spiegare. Ogni giorno per loro era una sfida perché si sentivano frammentati nel lasciare i miei fratellini correre da me e sperare che non ci fossero brutte notizie ad attenderli.
Voi in tutto questo avete saputo fin dal primo giorno rassicurarli: loro sapevano che io ero in ottime mani. La mia mamma e il mio papà hanno avuto modo in questo tempo di conoscervi tutte, chi più chi meno. Grazie a chi ha saputo essere vicina a loro anche solo con un sorriso, una mano sulla spalla, uno sguardo. Grazie per esservi sedute vicino a loro per fare due chiacchiere, per far loro compagnia, ascoltare i loro sfoghi, rispondere alle loro mille domande.
Grazie anche per aver raccontato qualcosa di voi, dalle cose più semplici a quelle più profonde, alle vostre esperienze di vita: la mia mamma se le ricorderà tutte e sono certa che quando sarò più grande mi racconterà di voi. Grazie per aver reso quelle ore a volte interminabili più leggere, siete riuscite anche a strappare loro un sorriso in mezzo a tante lacrime. Avete saputo incoraggiarli, sostenerli, spronarli, confortarli, consigliarli.
Sono stata la vostra principessa per tutto questo tempo, e come tale mi avete trattata. Vi ho fatto passare notti difficili, mi sono fatta prendere in braccio tanto, vi ho fatto ingegnare su come poter farmi dormire. Avete provato di tutto, dal bagnetto di notte al carillon, dalla fascia allo Zaky, tutto questo per vedermi serena e farmi stare meglio.
Un ringraziamento anche alle operatrici che sono sempre state accoglienti con i miei genitori, con un saluto, una parola e con le quali ho voluto anche restare in braccio ogni tanto. Un grazie ai medici che hanno sempre cercato in questo periodo di capire cosa fosse meglio per me, che cercavano di spiegare a mamma e papà come stavo, con professionalità ma anche tanta umanità.
Sono convinta che questo periodo non sia stato solo una parentesi, ma un capitolo fondamentale della nostra famiglia, e voi avete avuto una parte essenziale".
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