Muore travolto da un’onda alle Canarie: «L’ultimo vocale di nostro figlio»

La famiglia ricorda gli ultimi messaggi e il viaggio tanto desiderato. I fratelli sono volati alle Canarie per il riconoscimento della salma

Giusy Andreoli
L'ultima foto scattata a Riccardo
L'ultima foto scattata a Riccardo

«Ciao ciao papà, ciao mamma. Sì sì, ci sono tutti pesci che non si possono mangiare, a parte il barracuda bianco. Sono pesci più grandi, fa tanto freddo anche qua». È l’ultimo messaggio vocale che Riccardo Rocco ha inviato domenica ai genitori, il giorno prima della tragedia.

«È il saluto della domenica», spiega la mamma Francesca, che non si dà pace per l’accaduto. Insieme al vocale, Riccardo ha inviato alla madre l’ultima foto del pesce pescato.

Il papà Angelo e la mamma si commuovono nel risentire la voce del figlio, felice di quel viaggio che aveva tanto desiderato.

L’onda fatale

Riccardo Rocco, 27enne di Codiverno, insieme all’amico Giulio Favaretto di Scorzè era partito per Lanzarote, nelle Canarie. Sarebbero dovuti tornare il 18 dicembre, per passare il Natale in famiglia. Invece Riccardo è morto praticando la sua più grande passione, quella pesca che l’ha portato fino all’Oceano ma che si è rivelata purtroppo fatale.

Riccardo è stato travolto e ucciso da un’onda alle Canarie, nell’Atlantico, a Playa Blanca, nella città di Yaiza, dove era in vacanza con l’amico. I due erano partiti il 2 dicembre. I primi giorni di vacanza li avevano passati pescando nell’oceano.

Muore a 27 anni travolto da un’onda mentre pesca alle Canarie
Riccardo Rocco, morto a 27 anni

La tragedia l’8 dicembre, il giorno della festa della Madonna. Riccardo e l’amico avevano dormito la mattina e alle 14.30 erano andati in mare. Un’ora dopo, la tragedia: entrambi sono stati travolti da un’onda anomala. Favaretto è riuscito a tornare a riva dopo aver tentato di salvare l’amico allungandogli la canna da pesca. Riccardo era stato trascinato dalle onde e risucchiato dal mare. In un primo momento era stato ripescato in condizioni critiche, in arresto cardiaco. Ed era stato rianimato prima del trasporto in ospedale in elicottero. Ma poche ore dopo è deceduto all’ospedale Doctor José Molina Orosa, ad Arrecife.

Il ricordo della madre

«Riccardo aveva lavorato tutta l’estate facendo la stagione a Jesolo per prendersi un periodo di riposo», dice la madre Francesca, «portiere di notte, stressante. Però lo spirito di adattamento ce l’aveva. Si è fatto tutti i suoi conti con i soldini che si era messo da parte col sudore e si era prenotato questo viaggio. Era entusiasta, era la seconda volta che andava lì. Conosceva il posto. Con un amico di Scorzè avevano preso un appartamentino. Queste le sue valigie: tanta roba da pesca e poco di tutto il resto. Gli piaceva quello, aveva quell’hobby purtroppo. Lavoro, amici e pesca: questo era Riccardo. La pesca però superava tutti gli altri».

Pescatore morto alle Canarie: il video dei soccorsi

Prima di partire le raccomandazioni. «“Mi raccomando stai attento”, gli ho detto prima che partisse. Riccardo era un ragazzo curioso, sapeva tante cose ma voleva esplorare. Aveva tanti amici e non sapeva dire mai di no. “Mamma non ti preoccupare”, mi ha rassicurato», ricorda Francesca, «si era preso un mese di riposo dopo un’annata molto brutta. “Ma con l’anno nuovo prendo un lavoro”, aveva assicurato».

La drammatica notizia dell’incidente è arrivata ai genitori lunedì sera. «È successo il pomeriggio della festa della Madonna, l’abbiamo saputo alle 20 da nostra figlia», dice Angelo Rocco «L’amico con cui era partito ha telefonato al papà chiedendogli di informarci. Sappiamo che l’avevano rianimato e portato in Rianimazione, avevamo un filo di speranza, che alle 22 si è spezzato, purtroppo il cuore ha ceduto».

Ha tentato di salvarlo

Il giorno dopo i fratelli maggiori di Riccardo, Silvia e Alberto, sono partiti per le Canarie per il riconoscimento e per provvedere al rientro della salma. I genitori hanno così potuto sentire direttamente dall’amico quello che era accaduto. «Abbiamo parlato con Giulio», dicono i genitori, «ha ancora il panico addosso, vuole morire anche lui. Per fortuna si è salvato, è ancora là insieme ai nostri figli. Ci ha detto che è stato travolto anche lui, solo che se l’è cavata. Giulio ha tentato di salvare Riccardo. Stendendogli la canna da pesca gli ha detto: “attaccati attaccati, Riccardo nuota, nuota!”. Però l’onda l’ha risucchiato. Riccardo non era uno sprovveduto, sapeva nuotare ma l’oceano non perdona».

In lacrime il papà Angelo per quel figlio tanto amato: «Mi ha dato danti pensieri ma anche tanta felicità, adesso che l’ho perso lo capisco ancora di più. Riccardo aveva un carattere d’oro, mi rendeva felice in tutto». 

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