Quattro interdittive antimafia firmate dal prefetto di Padova

Riguardano imprese operanti nel settore dei trasporti e delle costruzioni: dall’attività istruttoria sono infatti emersi chiari collegamenti fra tali operatori economici e la ‘ndrina Grande Aracri

Alice Ferretti
Il prefetto di Padova Giuseppe Forlenza
Il prefetto di Padova Giuseppe Forlenza

Una rete imprenditoriale ramificata, legami diretti con la cosca Grande Aracri e tentativi sistematici di eludere i controlli dello Stato. Sono questi gli elementi che hanno portato il prefetto Giuseppe Forlenza a firmare ieri mattina quattro provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di altrettante aziende attive nei settori dei trasporti e delle costruzioni. Interdittive che non chiudono automaticamente le aziende, ma impediscono di lavorare con la pubblica amministrazione e di ottenere finanziamenti pubblici, in attesa della chiusura della società.

Le imprese, secondo quanto emerso dall’istruttoria condotta nell’ambito del Gruppo Interforze Antimafia, composto da Prefettura, Questura, carabinieri, Guardia di Finanza e Direzione Investigativa Antimafia, operavano in diverse province del Nord Italia, ma facevano capo a un unico prestanome e presentavano «chiari collegamenti fra tali operatori economici e la ’ndrina Grande Aracri».

La cosca, egemone nel territorio di Cutro, in Calabria, risulta da tempo radicata in ampie aree del Nord, in particolare in Emilia Romagna e nel Veronese, come dimostrano le note operazioni “Aemilia” e “Isola Scaligera”.

Secondo la Prefettura, alcuni degli imprenditori colpiti erano già stati destinatari di provvedimenti di interdizione in altre province. Per proseguire nelle loro attività, avrebbero cercato di aggirare le sanzioni «con abili camouflage, tramite sedi di comodo e soggetti compiacenti rinvenuti in questa Provincia», continuando comunque a operare con «gli stessi mezzi e le stesse maestranze». I provvedimenti hanno lo scopo di interrompere ogni rapporto tra queste imprese e la pubblica amministrazione, tutelando non solo la legalità istituzionale ma anche il corretto funzionamento del mercato. Un’azione preventiva fondamentale, volta a colpire i canali economici attraverso cui le organizzazioni mafiose cercano di infiltrarsi nel tessuto civile.

«Le interdittive antimafia notificate sono il frutto di un’attenta analisi del contesto economico padovano e di un’azione sinergica fra la Prefettura e le forze di polizia. L’attenzione verso questo fenomeno è massima e ha l’obiettivo di preservare la pubblica amministrazione e l’economia legale dall’infiltrazione di gruppi criminali mafiosi», ha spiegato il Prefetto Forlenza. L’attività si inserisce all’interno di una strategia più ampia, che ha visto recentemente la firma di un protocollo di legalità per il comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, e prevede a breve l’adozione di un protocollo antiusura.

«Le attività di monitoraggio continueranno e non escludo l’adozione di ulteriori provvedimenti nel prossimo futuro»-. Infine il prefetto ha ringraziato forze di polizia, enti locali, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali. —

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