No vax nel gruppo vaccini, Schillaci ci ripensa

Il professore veronese nella sua chat di Telegram condivide la petizione sulla composizione con professionisti vicini al mondo scettico sul Covid. Il ministro verso la revoca della commissione, minacciando dimissioni. Bellavite: «Meglio, così lavoro meno»

Enrico Ferro
Il ministro della Salute Orazio Schillaci
Il ministro della Salute Orazio Schillaci

Si dimetterà un ministro, oppure sarà azzerata una commissione. È un terremoto con epicentro in Veneto quello che scuote il Ministero della Salute per la nomina dei 22 saggi che dovranno assistere il governo sulle politiche vaccinali nazionali.

L’inserimento di due medici vicini al mondo no vax ha scatenato la rivolta del mondo scientifico, di cui il ministro Orazio Schillaci fa parte. Ed è proprio questo il punto. Lo scienziato prestato alla politica non intende passare oltre e per questo ha fatto sapere che due sono le strade: azzeramento della commissione Nitag o dimissioni.

Schiaffo a Schillaci, Francesca Russo lascia l’incarico: nel comitato due medici vicini ai No vax
Francesca Russo, dirigente del dipartimento di prevenzione del Veneto

Epicentro del terremoto in Veneto, si diceva. Uno dei due tecnici contestati è il veronese Paolo Bellavite (l’altro è il pisano Eugenio Serravalle).E sempre in Veneto lavora Francesca Russo, dirigente del Dipartimento di Prevenzione della Regione: appena si è resa conto che nel gruppo c’erano due colleghi vicini al mondo no vax ha rassegnato le dimissioni.

Da quel momento in poi è stato un diluvio di reazioni sdegnate da parte dei nomi più prestigiosi della sanità nazionale. Da Burioni a Bassetti, per finire con il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi. Perché, come ha detto a questo giornale lo scienziato e ora senatore del Pd Andrea Crisanti, Schillaci non resterà ministro a vita e prima o poi dovrà dare risposte alla comunità scientifica. La sua.

Bellavite: «Io non sono un No vax. Nel 2017 aiutai la Regione Veneto»
Paolo Bellavita

Ecco quindi la ricostruzione più plausibile, emersa con la testimonianza di due fonti romane. Dopo giorni di invettive il ministro tecnico ha deciso di intervenire, chiedendo che Fratelli d’Italia invitasse Serravalle e Bellavite a dimettersi. Ma i due si sono opposti. Allora Schillaci avrebbe preparato un decreto per far decadere la commissione, in modo da nominarne un’altra a settembre con altri componenti.

Quando però ha chiesto il via libera alla presidenza del Consiglio, ha incontrato il no del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Il braccio destro di Giorgia Meloni vorrebbe congelare tutto fino a settembre, per evitare di creare uno strappo con un mondo, quello dei no vax, che guarda a destra. Schillaci però non sembra intenzionato a cedere, ne va della sua reputazione. La lista dei 22 componenti del Nitag, evidentemente, è stata preparata da altri e lui non ha prestato attenzione da subito a tutti i profili.

Paolo Bellavite legge sui media la polemica che infuria da giorni ma non fa una piega. «Schillaci vorrebbe fare un passo indietro? Per me va bene, perché lavoro meno», dice cercando di ostentare tranquillità. In realtà l’ex professore dell’Università di Verona, allontanato dall’ateneo nel 2021 proprio per le sue tesi considerate controverse, è deciso a combattere questa battaglia fino in fondo.

Nella sua chat di Telegram, seguita da oltre 31 mila persone, ha condiviso la petizione del Comitato Ascoltami, secondo cui le nomine nel Nitag valorizzerebbero il pluralismo e le competenze. Il problema è che la petizione originaria lanciata dal mondo della scienza ha superato le 21 mila sottoscrizioni e la richiesta che arriva forte è quella di revocare le nomine ai medici vicini ai no vax.

«Orazio Schillaci smetta di farsi dettare la linea dalla maggioranza no vax che lo ha messo sulla poltrona», ha scritto ieri sui social Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva.

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