Alexandra e le mille sfide, dai trail ai viaggi: chi era l’alpinista morta sul Monte Rosa
Alexandra Gheorghe, 36 anni, aveva vissuto ad Agna e Campodarsego, da poco aveva preso casa a Ponte di Brenta. Laureata a Padova in Ingegneria informatica, lavorava per una società del Gruppo Generali

Correva, scalava, viaggiava. Alexandra era incontenibile nelle sue passioni, contagiosa nel praticarle, vulcanica nello scoprirne sempre di nuove. Il mondo della montagna era un innamoramento tutto sommato giovane, degli ultimi anni, quello per il ghiaccio era ancor più recente.
«Alexandra era così, quando si avvicinava a qualcosa lo faceva con vero entusiasmo, si buttava a capofitto, e così era stato anche per il mondo del ghiaccio», ricorda Andrea Allibardi, uno dei suoi più cari amici e per molto tempo compagno di corse. «Si era avvicinata alla montagna in realtà una decina di anni fa, ma solo nell’ultimo anno e mezzo era rimasta affascinata dai ghiacciai e aveva frequentato alcuni corsi specifici e partecipato a varie uscite». Sapeva che poteva essere pericoloso, per questo aveva cercato di acquisire competenza e di avere sempre accanto compagni di escursioni esperti.
Alexandra Gheorghe, 36 anni, era nata in Romania ma sin dall’infanzia si era trasferita in Italia: il padre, anche in seguito alla rivoluzione del 1989, aveva scelto il nostro Paese per far crescere la propria famiglia e soprattutto per garantire ai figli la possibilità di studiare e costruirsi una vita dignitosa. Alexandra ha vissuto a lungo ad Agna con papà, mancato qualche anno fa, mamma e fratello.
Si è laureata in Ingegneria informatica all’Università di Padova, ottenendo poi anche un Master all’Università di Udine.

«Competente, appassionata, preparata», ricorda Emanuele Bonomo, il suo primo datore di lavoro nel 2011, in campo informatico, «le nostre strade si sono allontanate nel 2014 ma poi qualche anno fa le ho chiesto di lavorare ancora per me, tanto buono era il ricordo di lei». Alexandra ha lavorato per anni in Vodafone, quindi da quasi quattro anni era diventata manager gestionale di Gosp, una società del Gruppo Generali, impegno che la vedeva anche per lunghi periodi a Milano.
Dal Conselvano si era trasferita a Campodarsego, dove ha convissuto con un compagno, poi alla rottura della relazione – piuttosto recente – aveva comprato casa a Ponte di Brenta. Da pochi mesi si era nuovamente fidanzata.
Lo sport correva come linfa nella sua vita: correre non è un verbo utilizzato a caso, visto che proprio il podismo era una sua grande passione. «Ha cominciato in particolare nei Colli Euganei, con il gruppo Galzignano Trail Friends», continua l’amico Andrea, «nel trail a coppie io ero il suo storico compagno». Insieme hanno corso il Transcivetta, ma Alexandra ha partecipato anche a competizioni ben più impegnativa, ultratrail da quasi settanta chilometri: «Era allenata e preparata, una vera atleta».
Era anche tesserata Fidal, la federazione di atletica leggera, con il gruppo Noi Generali Asd Aps, con cui aveva svolto alcune gare ufficiali. Una volta avvicinata alla montagna, si era invece iscritta al Cai di Dolo, quindi al Cai di Padova a cui si era particolarmente affezionata soprattutto per le molte iniziative organizzate da questa sezione. Lo scialpinismo era l’ultima grande evoluzione della sua passione per la montagna.
E poi c’erano i viaggi: si era avvicinata in particolare a WeRoad, la formula che crea gruppi per organizzare viaggio nel mondo. Spesso e volentieri lei era la coordinatrice di queste comitive: Vietnam, Giordania e Islanda erano stati i viaggi che le erano rimasti nel cuore. Scriveva, d’altra parte, Alexandra: «Il mondo è grande e abbiamo tantissimi posti da scoprire, quindi la domanda è: quando partiamo?».
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