Maestra trevigiana diventa pornostar"Stanca del lavoro precario"
Dopo dieci anni di insegnamento, la quarantenne Michela, nome d'arte Michelle Liò, ha deciso di buttarsi sull'hard e di interpretare film a luci rosse. "Ero stanca del precariato", dice

«Sì, ero una maestra precaria e la prospettiva di una carriera da pornostar non è male. Ma questo non significa che si possano fare film porno solo per soldi: bisogna esserci in qualche modo portati, bisogna scoprirsi il talento». Parola di Michelle Liò, al secolo Michela (cognome segreto), maestrina trevigiana datasi all’hard.
Siamo all’interno de porno shop De Sade di via Pisa, dove tra qualche giorno uscirà in esclusiva il suo film. Alle spalle della signora (è sposata, madre e moglie) brilla un manifesto pubblicitario che riporta anche il logo (un maialino) di un sito amico: PigItalia. La foto non le rende giustizia, le diciamo. Lei replica: «Niente fotoshop, nulla di ritoccato. Nè in foto nè sulla persona». Chiarito il fondamentale equivoco (lei non è finta «come tante altre»), si va avanti.
E allora, la Michela maestra precaria è il passato?
«Sì, è il passato. Un passato durato 8-10 anni, in cui sono stata insegnante di bimbi e alunni dai 3 agli 11 anni. Mi piaceva e il riscontro, con i bambini e con i genitori, era di buon feeling. Sono stata una buona maestra».
Potrebbe ritornare a insegnare?
«In teoria no, ma mai dire mai. Per quanto mi riguarda, non avrei nessuna difficoltà. E’ un bel lavoro, mi piaceva. Credo che anche per i bambini sarei una buona maestra. Lo ero e non sono cambiata. Le difficoltà, dopo questo outing, potrebbero nascere con i genitori. Non ne ho ancora incontrati, di quelli che mi conoscevano come maestra dei loro figli, quindi non posso dire...».
Qualcuno l’ha riconosciuta come ex insegnante di una scuola cattolica di Treviso. Insegnava dalle suore?
«Questa come l’avete saputa? Comunque quell’esperienza appartiene al passato remoto. Agli inizi, sì, è successo. Ma poi ho insegnato altrove».
Lei ha famiglia: questo fatto si concilia più con il mestiere di maestra o con quello di pornostar?
«In termini di tempi, meglio quello della pornostar: ho tutto il giorno libero e fare spettacoli di sera non pesa più di tanto sulla vita familiare».
Lei è anche mamma. Quanto...
«Non vi dirò se ho un figlio o una figlia, ma posso dirvi che ha un’età in cui può sapere tutto. E sa già».
Ci risulta che questo non sia il primo film che gira: usciranno cinque pellicola. Ce n’è una dove fa la porno maestra?
«Un ruolo da maestra nel film hard? No, non l’ho fatto. I ruoli non li decido io, comunque».
Questa vocazione hard è la risposta a tempi economicamente grami?
«No, l’ho spiegato: di fondo dev’esserci una specie di vocazione. E’ stato tutto casuale: sono andata a una fiera erotica, ho incontrato un noto regista, che ha detto che secondo lui avevo del talento e potevo farcela. Ho fatto uno spettacolo, la gente mi avvicinava e mi chiedeva autografi come se fossi davvero una famosa. A quel punto la proposta di girare un film è stata quasi automatica. Mi sono trovata bene e...».
Alla faccia della Gelmini, un lavoro come un altro?
«Mi hanno insegnato che, qualunque cosa si faccia, l’importante è farla con convinzione. Per me è sempre stato così».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video