LegaCoop veneta raggiunge i 350 mila soci

Fatturato oltre i 2,6 miliardi, il presidente Lucatello verso la conferma
VENEZIA. Trecentocinquantamila soci, 30 mila occupati e una produzione che supera i 2 miliardi e 600 milioni di euro. E’ questa in cifre la consistenza della LegaCoop del Veneto, che ieri a Mestre ha celebrato il suo 9º congresso, alla presenza del presidente nazionale Giuliano Poletti.


Di fronte alla crisi e alle nuove sfide che impone la globalizzazione dei mercati, la LegaCoop del Veneto ripropone i valori della mutualità e della cooperazione. Forte del radicamento sul territorio e dell’esperienza accumulata in decenni di storia, rilancia il tema della «santa alleanza» tra il mondo cooperativo, per fare massa critica e affrontare da una posizione di maggiore forza le competizioni future.


Per raggiungere tale traguardo si affiderà con ogni probabilità, al presidente uscente Gianfranco Lucatello che nei prossimi giorni, sarà riconfermato dal direttivo. «Vogliamo avviare nella nostra regione», osserva Lucatello, «il processo di aggregazione tra Agci, Confcooperative e LegaCoop. Con l’obiettivo di creare un soggetto unitario della cooperazione, il primo passo per l’emancipazione da logiche di appartenenza politica».


In questo senso Lucatello ricorda come il faro sia la costituzione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, nato lo scorso 27 gennaio. Un tema caro anche a Poletti, il quale ha sottolineato come «ci siamo le condizioni per arrivare in tempi abbastanza rapidi alla costituzione diuna federazione e successivamente ad un’unica organizzazione». La strada è quindi segnata con chiarezza. Il mondo della cooperazione sta costruendo quello che non è in grado di realizzare il mondo del sindacato, lontano anni luce dall’unità.


In un futuro prossimo sarà la «Santa Alleanza» delle coop ha fare fronte comune di fronte alla crisi. Ma anche contro i rischi, prima di tutto dalle infiltrazioni mafiose: «I ritardi dei pagamenti costringono le imprese sane ad indebitarsi oltre misura e permettono alla mafia e alla camorra di riciclare denaro sporco in settori importanti della nostra economia. Questa è la verità», ha sottolineato Lucatello, «e noi dobbiamo opporci a questo, soprattutto in una regione come il Veneto, per tutelare il nostro tessuto sociale ed economico».


Ma per uscire dal tunnel della crisi servono anche politiche d’investimento: «Dobbiamio anzitutto investire in tecnologie e in risorse umane», evidenzia Lucatello. Infine i rapporti con la Regione: «I prossimi appuntamenti sono strategici. Mi riferisco alla gestione dei fondi di rotazione, alla partecipazione delle coop al capitale sociale di Veneto Sviluppo, ma anche al Piano Casa regionale, partendo dal fatto che nel Veneto ha funzionato».

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