Lega spaccata, Pettenà contro Covre
Il presidente del consiglio provinciale spara sull'ex sindaco: «Fa parte del Cda dell'Inail, ha goduto di tutti i privilegi della politica». «L'ex parlamentare non dia lezioni, ha fatto parte della casta tacendo»poi
Si infiamma la polemica sulla Lega Nord, sempre più lacerata dalla divisioni interne tra i suoi capicorrente. Dopo l'intervista di Bepi Covre al nostro giornale («La Lega rischia di perdere il proprio dna») entra a gamba tesa nel dibattito un altro leghista della prima ora, il presidente del consiglio provinciale Fulvio Pettenà, che risponde a Covre per le rime. «Lui ha fatto parte del Palazzo: perché non ha fatto niente per cambiarlo?». La polemica si infiamma giusto mentre monta, tra l'opinione pubblica, la rivolta contro i privilegi della «casta» dei politici. «Covre con le sue uscite da “eretico” della Lega non fa altro che danneggiare il movimento, disorientando i militanti. Gli attacchi contro la casta li accetto dall'operaio al bar, a bere il caffé al volo con fuori l'auto in moto perché deve correre a lavorare. Non da chi, come Covre, ha fatto anni di vita politica romana. Da chi è vissuto nella casta. Sennò gli devo chiedere: quando eri a Roma, cosa hai fatto per cambiare le cose? Non hai forse goduto anche tu, almeno in parte, di quei privilegi che oggi attacchi? Perché non hai combattuto la casta quando eri all'interno della stanza dei bottoni?».
E' durissimo Fulvio Pettenà, presidente del consiglio provinciale di Treviso. Leghista doc, militante della prima ora, e proprio per questo stanco di sentire gli strali di Bepi Covre a ogni pié sospinto.
E' bufera nel Carroccio trevigiano dopo le dichiarazioni dell'ex sindaco di Oderzo che ha minacciato di abbandonare la Lega, incapace di distinguersi nelle battaglie per la «buona politica» e imbrigliata sempre di più nel meccanismo del Palazzo. Proprio quello descritto dai giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo nel fortunato libro «La casta».
Giuseppe Covre alcuni giorni fa ha detto: «La Lega oggi si sta omologando. Corriamo il rischio di perdere il nostro dna, quello di essere diversi, di distinguerci. Io lancio l'allarme. Se queste caratteristiche non fanno più parte dei nostri valori, allora vado da un'altra parte». Un Covre che promuove solo la Lega «municipale» che ha come vessillo Gentilini. Ma che bacchetta quella che ha più potere in mano: «Più si va in alto e più aumentano le difficoltà. Un amico a cena mi ha detto: non si nota più la differenza».
Che tuona contro le ultime scelte fatte dalla Regione Veneto, a guida anche leghista: l'acquisto di nuove potentissime auto blu, contratti d'oro come quello del nuovo direttore di Veneto Sviluppo, la nomia del nuovo assessore regionale alla Sanità «un esterno, uno stipendio in più da pagare».
Covre insiste: «In altri tempi la Lega si sarebbe distinta. Per la gestione dei soldi pubblici si deve avere un riguardo, un rispetto sacrale. Sono soldi di tutti i cittadini, vanno spesi con oculatezza». Insomma, una paternale.
Pettenà però non ci sta, a subire la sferza dell'eretico del Carroccio: «Lo dico con estrema amicizia e rispetto - precisa il presidente Fulvio Pettenà - Ma anche da leghista che anagraficamente può dire la sua. Anche se abbiamo due percorsi diversi. Io sono rimasto in Provincia, e me ne vanto, mentre lui ha seguito una certa carriere politica: dieci anni da sindaco di Oderzo, cinque da parlamentare, altri cinque da consigliere provinciale, tutt'ora consigliere nazionale dell' Inail... Questo per dire che quella che anche lui chiama casta è una realtà in cui lui è stato, ed è, dentro. Parliamoci chiaro: Covre non è un cittadino normale, che se la prende con i privilegi del potere. E' uno che ha li ha avuti in tutti gli aspetti e sfaccettature, quei privilegi. Lo dico senza cattiveria, è un dato di fatto».
Insomma, l'amico Covre non faccia la verginella. E quindi il ruolo di battitore libero appare stonato: «Non basta che dica che è un eretico e che non vive di politica - continua Pettenà - ci sono tanti leghisti che credono nel movimento. E che non vivono di politica. Perché Covre non ha sparato prima, quando era parlamentare, con lo stesso vigore contro il sistema? Perché oggi non dice, ad esempio, che l'Inail ha troppe vetture?».
E sempre Pettenà conclude con determinazione: «Mi pare che Covre in Parlamento usasse altri toni, non prendesse iniziative massicce contro il sistema. Mi meraviglia quindi che ora faccia così, pur essendo sempre un leghista e pur condividendo le nostre battaglie».
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