Il viaggio tra le pieghe di Barbarotta
Edito da Vianello, il volume contiene anche 9 racconti: «Ma la scrittura non porti mai all'individualismo». Il cantautore pubblica le sue poesie: «Dopo la voce, scopro la parola»
«Un repentino cambiamento percettivo: capire che la parola poetica è intrinsecamente orale, che dietro al tratto riposa una voce». Così Giorgio Barbarotta sintetizza il passaggio che lo ha portato alla pubblicazione di «Tra le pieghe del giorno», edito da Vianello Libri. Il cantautore compie un altro passo lungo il percorso di ricerca artistica proponendo un libro che conferma la voglia di Barbarotta di mettersi in gioco, di scoprire. Ecco allora le 105 poesie e i 9 nove racconti che si susseguono, in un immaginario scorrere del giorno, tra le sezioni all'alba, versi del mattino, meriggio e i suoi riverberi, pm, sul dorso del crepuscolo, nocturnia. «Alla volontà di comprendere sé stessi - racconta Barbarotta - deve seguire poi il confronto con gli altri. La scrittura è figlia di un individuo, ma non per questo deve portare all'individualismo. Quando ho avuto modo di salire sul palco, è sempre stata forte in me la consapevolezza che quanto avveniva era un confronto tra più parti, non la sola esibizione di una di queste».
Un palco salito ben 250 volte in tredici anni e che rimane suo ambiente abituale, ma che si allarga ora alla pagina edita. Barbarotta diviene tramite e punto d'incontro, come nei bei racconti brevi «Halima - dalle sette alle nove», «Salim» e «Dialogo tra burci», dove gioca immaginando che due burci ormai abbandonati sulle sponde del Sile lungo la Restera rimpiangano i bei tempi andati. «Il mio approccio all'uso della parola è piuttosto ludico che sperimentale, non sono programmatico nelle mie scelte stilistiche, tuttavia può capitare che temi e momenti mi portino a adeguarmi a codificati codici, ma indubbiamente è il verso libero quello che preferisco. Credo che l'arte non debba essere considerata un bene di lusso, cui solo una ristretta elite possa accedere. Al contrario credo che proprio questa sia il terreno in cui le diversità si possano confrontare, arricchire. La Treviso in cui mi riconosco è fatta di musicisti, pittori, artisti, d'individui che hanno saputo allargare i nostri orizzonti, magari soltanto facendoci notare la preziosa ricchezza della strada accanto, del comune vicino». Barbarotta sarà stasera in Piazza Aldo Moro a Villorba, e domani in Piazza del Vescovado a Caorle.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video