I Pink Floyd live a Venezia Trent’anni dopo è ancora polemica

Nel luglio del 1989, per la prima volta, si cominciò a parlare di gestione turistica, il legame tra band e città in una mostra

VENEZIA

Sono passati 50 anni da quando gli allora poco conosciuti Pink Floyd si esibirono per la prima volta in Italia, al Piper di Roma, il 18 e il 19 aprile 1968. Persino in quel momento il destino della band inglese si andò ad imbattere indirettamente con Venezia perché in quell’occasione ci fu un incontro–scontro tra Roger Waters e la ragazza del Piper ovvero la veneziana Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo.

Niente in confronto a quello che sarebbe successo il 15 luglio del 1989, l’anno prossimo sarà il trentennale, con il concerto delle polemiche dei Pink Floyd, ricordato come un disastro. Fu lì in quel preciso momento, che prese il via la discussione su come impedire l’uso dissennato della città d’acqua. L’occasione per ricordare i rapporti tra i Pink Floyd, l’Italia e sopratutto Venezia è data dalla mostra One of These Days – 50. anniversario dei Pink Floyd in Italia che è stata inaugurata ieri nella Galleria Cavour di Padova e che rimarrà aperta sino al 9 settembre.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione Culturale Floydseum che ha sede a Mestre ed è guidata da Alberto Durgante. I Pink Floyd quando si esibirono al Piper avevano pubblicato solo il loro primo importante album, “The Piper at the Gates of Dawn”, il secondo “A Saucerful of Secrets” sarebbe uscito il 29 giugno 1969. Syd Barrett era stato allontanato da poco ed era entrato nella band David Gilmour. Secondo quanto ha raccontato tempo fa Patty Pravo, i Floyd entrarono al Piper mentre lei e il dj Beppe Farnetti stavano provando delle luci psichedeliche. Roger Waters accusò la cantante di avere copiato il light-show dei Pink Floyd.

Dopo un acceso battibeccò per fortuna scoppiò la pace tra i due. Il secondo contatto con l’Italia della band ci fu l’anno successivo con la partecipazione alla colonna sonora di “Zabriskie Point” di Michelangelo Antonioni. Poi nel 1971 ci fu la registrazione del film “Pink Floyd: Live at Pompeii”.

Poi, dopo i successi incredibili degli anni Settanta, nel 1984 Waters lascià la band che risorse senza il bassista nel 1987 con “A Momentary Lapse of Reason”. L’imprenditore veneziano Fran Tomasi si mise in testa allora di portare a Venezia nel 1989 i Floyd per il il Redentore del secolo. Il concerto fu trasmesso in diretta Rai e in eurovisione. Il palcoscenico fu posto su una chiatta galleggiante in Bacino S. Marco, davanti a migliaia di barche e a tante gondole. Circa 200.000 spettatori erano appollaiati ovunque sulle rive e in Piazza San Marco. Quello che doveva essere un sogno divenne un incubo per i problemi organizzativi. La politica, all’epoca della giunta rossoverde di Antonio Casellati, spaccata sull’opportunità di realizzare l’evento non fu un grado di far sì che il concerto avvenisse nel modo migliore. La folla che occupò Venezia tutto il giorno non aveva la possibilità di usare servizi igienici chimici per cui la città venne usata come una toilette. Il giorno dopo Piazza San Marco era sommersa di rifiuti. Ovviamente si scatenarono le polemiche per la gestione della città d’arte che fecero anche cadere la giunta comunale. Tra i tanti problemi ai Pink Floyd fu imposto anche un pesante limite ai volumi per evitare che i palazzi veneziani ne potessero risentire. Quindi, la musica dei Floyd la godettero più coloro che seguirono il concerto in diretta televisiva che i presenti a Venezia.

Incredibilmente furono più alti i decibel dei fuochi d’artificio che vennero dopo lo show che quelli della band inglese. Alberto Durgante di Floydseum però ha annunciato: «L’anno prossimo vorremmo fare una mostra speciale per il cinquantennale dei Pink Floyd a Venezia che è stato uno spettacolo unico, al di là delle polemiche politiche». David Gilmour però nel 2006 decise di tornare a Venezia per due concerti in Piazza San Marco con Richard Wright, tastierista dei Pink Floyd ma anche quella volta qualcosa andò storto. Quella volta dichiarò: «Ho fatto pace con Roger Waters, figuriamoci se non farò pace cone Venezia». Al pomeriggio della prima esibizione una parte del palco cedette e furono annullate le date che poi il chitarrista recuperò l’11 e il 12 agosto 2006. Due serate memorabili di cui la seconda sotto una pioggia fortissima che non impedì però ai presenti di godere di un fantastico momenti di musica dal vivo anche se bagnati. —



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