Tragedia di Marcinelle, 69 anni dopo. La figlia di una vittima: «Avevo 12 anni, ogni 8 agosto è tragedia»
La famiglia Piccin di Mareno di Piave in provincia di Treviso poté riconoscere Mario, 37 anni, tra i 262 minatori morti, solo più di un anno dopo. Era a 1.035 metri di profondità. Il nipote di un’altra vittima, Giuseppe Polese di San Michele di Piave: «Mio zio riconosciuto da un orologio»

«Avevo 12 anni, ogni 8 agosto rivivo quel giorno. Mio papà è qui, ma è come se fosse ancora lì». Ivana Piccin è la figlia di Mario Piccin, il marenese di 37 anni che perse la vita nella tragedia della miniera di Marcinelle nel 1956. Con lui in quel terribile incendio in cui morirono 262 minatori, di cui 136 italiani e tra loro tre trevigiani. Oltre a Mario Piccin, Giuseppe Polese, 21enne di Cimadolmo e Guerrino Casanova, 33 anni, di Montebelluna.
Piccin, nativo di Codognè, emigrò in Belgio per dare un futuro alla moglie Giovanna, i figli Ivana e Silvano, che presto lo raggiunsero. A Marcinelle nacque poi Bernardina. Ivana è rimasta testimone di quel disastro. Dopo 69 anni sfoglia i ricordi, le onorificenze, l'orologio e il libretto di lavoro, le uniche cose rimaste del papà, le foto di famiglia e delle baracche dove vivevano, i giornali dell'epoca, l'invito che anche quest'anno ha ricevuto dalla direttrice del Bois du Cazier. L'ex miniera ora è un museo e un luogo della memoria.

«Per settimane, mesi, siamo rimasti fuori come molti altri ad attendere, papà è stato rinvenuto nel novembre 1957, riconosciuto dall'orologio e da una medaglietta della Madonna di Lourdes e dal numero della lampada. Era a 1.035 metri di profondità», racconta Ivana.
Mario Piccin, il 21 luglio 1956, pochi giorni prima della tragedia, fu tra i fondatori di un'associazione di minatori. Come lo era lui, Ivana è una donna forte, da quella disgrazia nella memoria del papà ha costruito tanti legami. È andata nelle scuole a raccontare l'esperienza da emigrata, quella immane tragedia, le difficoltà superate nonostante tutto.
Nella miniera morì anche Giuseppe Polese, 21 anni di San Michele di Piave. «Mio zio era stato recuperato dopo mesi e anche lui fu riconosciuto da un orologio», ricorda il nipote Antonio Dal Col. «A Marcinelle lavorava anche un altro mio zio Giovanni, si è salvato solo perchè era su un altro turno». Per la famiglia Polese l'8 agosto in precedenza era un giorno di festa. L'8 agosto 1937 infatti nacquero le gemelle Caterina e Maria Assunta, sorelle di Giuseppe. Quel giorno divenne poi di lutto.
Venerdì 8 agosto bandiere a mezz’asta a Montebelluna, città di Guerrino Casanova, 32 anni. Lui lasciò moglie e due figli. «Ricordare Guerrino Casanova è un modo per tenere viva la memoria di tante famiglie che hanno conosciuto l’emigrazione non come scelta, ma necessità. In questa giornata ricordiamo il valore del lavoro e il prezzo a volte altissimo», ha osservato il sindaco Adalberto Bordin. Cordoglio anche dal presidente Zaia.
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