«I miei primi 10 anni da leoneChe soddisfazione l’ultimo scudetto»
Benetton Rugby, parla il presidente Zatta
TREVISO. «I miei primi 10 anni», potrebbe dire. Un decennio intenso e prolifico, vissuto sulla tolda della corazzata del rugby italiano, il Benetton. Sabato Amerino Zatta ha festeggiato il decennale da presidente dei «leoni», ma la sua storia in biancoverde parte da molto prima: entrò a far parte del Consiglio nel 1981, poi il 25 settembre 1989 fu eletto vice presidente. Infine il 7 luglio 1997 assunse la carica di presidente. Zatta, da quando è nel Benetton Rugby, ha vinto 11 scudetti.
Uno da consigliere, 3 da vicepresidente e 7 da presidente, un numero magico perché sabato s’è sposata la figlia Giulia, ed era il 7-7-07... E poi due Coppe Italia e una Supercoppa. E dire che non è mai stato giocatore. «Facevo un po’ di rugby a livello di Campionati Studenteschi, negli anni ’60 - conferma - ma è sempre stato uno sport che mi ha attratto, anche per gli amici che avevo e che mi hanno distolto dal calcio».
Presidente, lascia o raddoppia?
«A lasciare non ci penso minimamente, anche se il lavoro mi porta spesso lontano da Treviso. Però la mia è una società che ha saputo avvalersi di una serie di persone serie, preparate ed efficienti in grado di portare avanti tranquillamente la realtà quotidiana, curando i rapporti anche con i club della provincia, cosa che conferma la nostra matrice soprattutto trevigiana: Sgarbi e Orlando, per fare solo due esempi, sono arrivati da Mogliano. Certo, le strategie aziendali bisogna pur farle ma per l’ordinaria amministrazione non serve il presidente presente ogni giorno».
L’ultimo scudetto è sempre il più bello?
«Sì. A maggior ragione nel nostro caso, quando nessuno di noi all’inizio della scorsa stagione considerava il Benetton favorito. La squadra era stata sensibilmente rinnovata e ringiovanita, doveva essere una stagione di transizione e invece c’è stata la fortuna/capacità di avere un management tale da costruire un gruppo subito vincente. E mai come stavolta vi assicuro che è stato uno scudetto vinto di squadra».
Ai prossimi dieci anni cosa chiede?
«Al nostro futuro dobbiamo guardare in maniera precisa. Il Benetton come società si sta continuamente evolvendo, anche dal punto di vista strutturale. Da quando ci sono io al Monigo è stata costruita la sottotribuna dalla parte dei popolari, rifatti completamente gli spogliatoi, senza contare tutte le novità dalla parte della tribuna coperta. Investimenti di qualche milione di euro, a testimonianza della nostra volontà di progredire e guardare avanti. Sono gratificazioni sia personali che di tutto lo staff, anche se sappiamo che oggi la realizzazione delle idee è sempre più difficile, ma la determinazione, per fortuna, non mi manca».
E in Italia?
«Sono sempre più convinto che, se vorrà restare al passo con i tempi, anche l’Italia dovrà raggiungere certi livelli europei. Se non è oggi sarà domani, o dopodomani, ma bisogna arrivarci».
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