L’uomo delle nevi, la storia del custode dell’Altipiano del Cansiglio

Ad 82 anni, Franco Della Libera gestisce le piste del Cansiglio dedicandosi d’inverno al fondo e d’estate al prato del campo da golf. Ecco la sua storia 

Francesco Dal Mas
Franco Della Libera
Franco Della Libera

L’uomo della neve. Da una vita. Franco Della Libera ha 82 anni, abita in località Campon ed è uno dei pochi residenti dell’altopiano, che stanno sulle dita di due mani.

D’inverno gestisce le piste da fondo, e fino a una decina d’anni fa anche quelle da discesa. D’estate si prende cura del campo da golf, trasformando il verde dei pascoli come il tappeto di casa propria.

«Non mi fanno paura i 20 gradi sotto zero, perché ho imparato a conviverci – ammette – Un tempo la colonnina del mercurio scendeva ancora di più. Non mi fanno paura neppure i lupi che abitano la notte della foresta».

Da solo nel bosco 

L’unica anima viva che in queste sere di freddo siberiano si può incontrare sulla Piana, fino alle ore piccole, è proprio lui, Franco: a bordo del gatto delle nevi. Quasi un reperto storico, nulla a che vedere con i confortevoli mezzi che salgono e scendono lungo le piste dolomitiche. «La notte è il mio giorno preferito» ammette.

Del Cansiglio sa vita, morte e miracoli. I visitatori lo conoscono come un amico, perché li consiglia nell’affitto delle ciaspole, consegna al bambino la slitta più adatta alla sua corporatura, batte la pista da bob con la stessa passione che dedica a quella del fondo.

Con la prima neve, sospirata per settimane, ha tracciato 3 chilometri di percorso. E con i primi freddi che l’hanno congelata ne ha preparati altri 4 chilometri.

«Mi fermo solo quando il gatto affonda e tocca terra» sorride. Il sogno nel cassetto? Aspetta che il Comune di Tambre cantierizzi il nuovo progetto di irrigazione che consentirà d’estate di mantenere irrorato il manto erboso del Golf Club Cansiglio e d’inverno per la neve programmata.

La magia del Cansiglio 

«Il Cansiglio è zona carica, di lame ne abbiamo poche, quindi l’acqua è insufficiente. Veneto Agricoltura raccoglierà l’acqua piovana all’Hangar e la farà scendere, attraverso una condotta, fino al Golf. Sarà una meraviglia. Ne ricaveremo il miglior stadio del fondo».

Ben 15 chilometri di piste. Franco ricorda con commozione ancora la prima sciovia. «Venne aperta nel ’54. Io ci lavoravo da ragazzo, così come in estate, già allora, facevo servizio al Golf Club» racconta. Poi, nei primi anni Settanta, Della Libera ha preso in gestione con un socio tutti gli impianti.

«Avevamo ben sei ski-lift e trenta chilometri di piste per il fondo. Venivano ad allenarsi gli sci club della pianura, delle città, organizzavamo gare sia di discesa che di fondo. Avevamo anche gli impianti di innevamento artificiale e i depositi dell’acqua, le linee elettriche e i piazzali per i parcheggi».

Scarseggiando la neve e moltiplicandosi gli impianti sulle Dolomiti, l’altopiano dello sci è diventato obsoleto. E oggi gli ski-lift del Cansiglio sono ancora in funzione nelle località sciistiche della Romania e della Russia, a cui sono stati ceduti. 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso