Bodycam per riprendere chi aggredisce il personale sanitario: la rivoluzione parte dall’Ulss 4
Due mini telecamere in dotazione a medici e infermieri del triage al Pronto soccorso di San Donà e altrettante a Portogruaro. Le immagini saranno utilizzate solo con autorizzazione della magistratura

Bodycam nei Pronto soccorso dell’Ulss 4, nel Veneto orientale scatta la sperimentazione per la sicurezza del personale sanitario.
Martedì 15 luglio al Pronto soccorso di San Donà il direttore generale Mauro Filippi e la dirigente del reparto, la dottoressa Angela Beltrame, hanno presentato il nuovo servizio.
Si tratta di due bodycam in uso al personale del Pronto soccorso di San Donà e altrettante per i colleghi di Portogruaro. Indossate da medici e infermieri al triage, permetteranno di filmare eventuali aggressori a scopo giudiziario.
Le immagini saranno registrate e conservate ai sensi della privacy. Potranno essere utilizzate solo dalle forze dell'ordine su autorizzazione della magistratura in funzione delle indagini.
«Sappiamo che il Pronto soccorso è la porta d'ingresso della maggior parte dei pazienti che accedono in ospedale ed è il punto in cui si può creare più contenzioso con le persone», ha spiegato la dottoressa Beltrame, «All'ingresso del Pronto soccorso ci sono delle informative in cui si avvisa l'utenza che l'infermiere di triage è munito di bodycam. Dopo aver tentato di convincere l’utente agitato a ritornare a un linguaggio e un approccio più consono, il personale informerà dell'inizio della registrazione che potrà poi essere utilizzata in ambiente giudiziario».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso