Francesca, una donna per volare in Serie A
La rampolla della dinasty Grigolin, 27 anni, nuova vicepresidente del Treviso Calcio, si confessa

Francesca Grigolin
È la donna del momento, a Treviso da un paio di giorni si parla solo di lei. Non è un’esagerazione, ma in popolarità Francesca Grigolin, nuova vice presidente del calcio Treviso, batte tutti. Francesca è figlia dell’imprenditore Maurizio, che con i fratelli Roberto e Renato formano il Gruppo Grigolin, freschi di rinnovo nella sponsorizzazione con il Treviso calcio, e lei con i suoi 27 anni sarà la prima donna inserita nel consiglio di amministrazione della società di via Foscolo. E i titoli dei giornali sono tutti per lei. «Mi sono svegliata stamattina sommersa da messaggi sul cellulare e amici che chiamavano per complimentarsi - racconta dalla spiaggia di Porto Cervo dove sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza - avrò una grossa responsabilità, adesso».
Impaurita?
Un pò spaesata, ma allo stesso tempo molto felice. Non capita spesso di vedere le proprie foto sui giornali, ed essere intervistati. Sono timida e sotto sotto un pò mi vergogno. Un carattere opposto da quello del suo futuro presidente, Setten. Anche se non ci conosciamo ancora bene, mi piace la sua voglia di fare. E’ una persona di carattere con le idee chiare in testa, e sono sicura che questa esperienza mi arricchirà.
Qual è il suo rapporto con lo sport, lo pratica?
Purtroppo sono pigra nel campo sportivo e quando comincio un’attività fatico a portarla a termine, anche perché gli impegni di lavoro non aiutano. Fino all’età di 16 anni ho alternato nuoto e danza artistica, adesso invece provo ad andare in palestra per scaricarmi un pò mentre d’inverno non disdegno qualche sciata con gli amici.
Il suo rapporto con il calcio?
È iniziato con la sponsorizzazione del Treviso l’anno scorso. Avevamo deciso di entrare per la visibilità a livello nazionale, quest’anno però lo sforzo sarà maggiore perché crediamo nel progetto di Setten e poi perché potremo contribuire a coltivare la passione di tanti ragazzi. Mi è capitato di assistere ad alcuni allenamenti del settore giovanile e mi ha colpito molto l’entusiasmo dei genitori e la felicità nelle facce di questi ragazzini.
Una folgorazione?
Lo sport è basilare per la crescita di un ragazzo, lo aiuta ad integrarsi e da la possibilità di confrontarsi con gli altri, non solo in campo ma anche moralmente. Insegna quei valori sani che seduti davanti ad un computer o alla televisione non apprenderanno mai.
Fidanzata?
Single, per scelta. La libertà non ha prezzo.
E il suo tempo libero come lo impegna?
Mi piace stare in compagnia di amici, parlare, divertirmi. Quando invece sono sola ascolto tanta musica, soprattutto italiana. Mi piace Vasco Rossi ma anche i generi anni’60 e’70, e la radio è una fedele compagna. Poi leggo.
C’è un libro aperto sul comodino?
La strega di Portobello, l’ultimo di Coelho, il mio autore preferito. L’ho appena iniziato, e non mi chieda nulla perché sono appena al primo capitolo.
Ci descrive la sua famiglia?
Siamo in sei. In primis papà Maurizio e mamma Silvana, poi 4 fratelli di cui io sono la più grande. Ho altre due sorelle Patrizia e Paola di 13 e 11 anni e poi c’è Giambattista (con la m, mi raccomando!) di 25 anni, che lavora come me in azienda.
Il suo ruolo nel Gruppo Grigolin?
Da 4 anni seguo il commerciale e in particolare i rapporti con gli stabilimenti e gli 8 negozi in Germania, a Karlsruhe. Per i primi 3 anni mi sono trasferita lì, mentre dallo scorso mi capita di andarci a settimane alterne.
Le piace viaggiare?
Sì moltissimo, ma da qualche anno non salgo più in aereo, mi è venuta la paura di volare. Non ho capito come è successo, ho sempre viaggiato in aereo poi ad un certo punto, basta. E quindi mi muovo fin dove mi può portare la mia macchina.
Anche a Karlsruhe?
Certo. Faccio la pendolare sobbarcandomi 700 chilometri il lunedì mattina, e altrettanti il venerdì: un’agonia. Però da lì ho vissuto la mia gioia calcistica più grande. L’anno scorso ho seguito in mezzo ai tedeschi la semifinale del mondiale Germania-Italia, una gioia enorme.
E dopo un paio di mesi il vostro Gruppo è diventato sponsor del Treviso. Una coincidenza?
No, l’idea c’era già. Per me è stato come un gioco che adesso mi sta coinvolgendo sempre più. Credo che una persona si appassioni veramente alle cose solo se le fa in prima persona. Allo stadio nella mia vita sono andata poco, adesso cercherò di essere più presente. Con l’azienda però organizziamo giornate per i dipendenti e i partner, li invitiamo allo stadio come l’anno scorso per Treviso-Juventus. Quando premiò un fresco campione del mondo come Buffon.
E’ tifosa della Juve?
No, solo Treviso. Con Buffon è stata comunque un’emozione, non capita mica tutti i giorni. Quest’anno loro sono in serie A, ma proveremo a raggiungerli e magari ci scappa un’altra foto!
Facciamo gli scongiuri.
Ha indovinato, sono scaramantica e pure superstiziosa. Ha un portafortuna, magari da portare allo stadio? Sono affezionata a delle pietre che mi sono state regalate. Hanno un gran valore affettivo, e chissà che non ci diano una mano.
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