Fisco, guerra ai furbetti: controlli sulle auto di lusso
Tempi duri per chi dichiara tre-quattromila euro l’anno e gira in Porsche. Dopo la Guardia di Finanza in campo anche la Stradale: verifiche sui redditi. I dati dei proprietari inviati al cervellone anti-evasori

A sinistra, una fuoriserie. Sopra, interno di una villa a Cortina. A destra, porto da yacht. Auto di lusso, case di prestigio e imbarcazioni da diporto sono gli indici utilizzati nell’incrocio di dati relativi ai beni privati e le dichiarazioni dei redditi. Tenuti presenti anche i viaggi e l’iscrizione a club esclusivi
TREVISO.
Dichiari tre-quattromila euro l'anno e giri in Porsche? Tempi duri in vista. Da poco più di una settimana la polizia stradale è attrezzata per fare la "spia" al fisco, segnalando il modello d'auto a un cervellone che incrocia i dati con quelli della dichiarazione dei redditi.
Finora era solo la guardia di finanza a segnalare marca e modello dell'auto al "cervellone", in caso di controlli stradali. Da qualche giorno è scesa in campo anche la polizia stradale: le possibilità di finire nella rete anti-furbetti del fisco, insomma, aumentano in maniera esponenziale. Il meccanismo è molto semplice: Tizio viene fermato alla guida di una Porsche Cayenne, per fare un esempio, o di una Audi o Mercedes di grossa cilindrata.
La polizia, oltre ai normali controlli su patente, libretto e tasso alcolico, ora invia anche marca e modello dell'auto a un cervellone centralizzato, che fa capo alla Sogei, la banca dati del ministero delle Finanze. Un semplice invio che non può avere conseguenze immediate, ma che per gli evasori fiscali rischia di portare a serie "grane" future: il cervellone, infatti, incrocerà i dati dell'auto e il suo valore con quelli della dichiarazione dei redditi dell'automobilista. Guidi un'auto da ottantamila euro e ne dichiari meno di un decimo l'anno? Il cervellone accenderà una spia rossa sul tuo nome, e sarai soggetto ad accertamenti fiscali più approfonditi.
Non si tratta, come detto, di una novità assoluta: la finanza fa questi controlli incrociati dall'agosto del 2008. La vera novità è che ora scende in campo a dare manforte anche la polizia stradale, che di pattuglie può schierarne molte di più. Se prima finire nel cervellone era raro come centrare un terno al lotto, oggi è decisamente più probabile. Anche i controlli della polizia in autostrada, oltre a quelli nelle strade "normali", saranno collegati al cervellone della Sogei.
Per i furbetti del fisco, insomma, il rischio si impenna. Meno di due mesi fa un trevigiano di Motta di Livenza è stato beccato dalla guardia di finanza: vive in una mega-villa e girava su un'auto di lusso, peccato che la sua ultima dichiarazione dei redditi risalisse al 1999. Da allora, per il fisco è stato un fantasma. Se fosse stato fermato per un normale controllo stradale con le nuove "regole", di certo non l'avrebbe fatta franca così a lungo. Altro caso eclatante recente è quello di un imprenditore di Salgareda, che fra il 2004 e il 2007 ha dichiarato dai tremila ai seimila euro l'anno: in garage aveva diverse auto, e persino lo yacht ormeggiato in porto.
Il "nero" a Treviso rimane un hobby diffusissimo: nel primo semestre del 2010 è stata scoperta l'evasione di quasi diciotto milioni di euro di Iva, mentre - sotto il profilo delle imposte dirette - è stata accertata la mancata dichiarazione di redditi da sottoporre a tassazione per 84 milioni di euro.
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