False griffe sì, ma a prezzi stracciati:venderle non è truffa
L'innovativa sentenza del tribunale di Conegliano

Non costituisce reato vendere capi d’abbigliamento con firme false, se sono venduti a prezzi stracciati. E’ così stato assolto un marocchino, commerciante ambulante di 48 anni, Abderrahaman En Naji, ieri nel tribunale di Conegliano. Attraverso il suo avvocato aveva fatto opposizione ad un decreto penale di condanna emesso in primo grado dal Gip ed ha avuto ragione. L’uomo era stato fermato dai carabinieri di Cordignano nel luglio del 2003, perché vendeva porta a porta vestiti con marchi griffati, come Prada e Lacoste. Ma quelle magliette erano taroccate, fu così denunciato per commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.
Da quanto testimoniato ieri da uno dei militari che operò il fermo, il magrebino era in possesso di alcune decine di capi d’abbigliamento, che proponeva a prezzi bassissimi, dai 5 ai 7 euro. Nella sentenza emessa ieri dal giudice monocratico del tribunale di Conegliano si sottolinea come il prezzo così basso rilevi che anche l’acquirente meno esperto era in grado di capire che si trattava di oggetti non originali. In questo senso si era espressa nel 2000 Corte di Cassazione per un caso simile, che aveva poi fatto giurisprudenza. Come riferito anche dai carabinieri era evidente che magliette vendute a quel prezzo non potevano che essere taroccate. Su quell’abbigliamento che era stato sequestrato a Cordignano non erano comunque state effettuate delle perizie, per determinarne l’autenticità. Perciò il marocchino, che ha una regolare licenza di commercio, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Il pubblico ministero invece aveva chiesto la conferma del decreto penale di condanna, il commerciante era stato condannato in primo grado complessivamente ad una multa di 2850 euro. (di.b.)
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