Ex fidanzato stalker, la ragazza finisce sotto protezione

Un diciannovenne di Ferrara era diventato la persecuzione di un giovane di Mirano. Disposto l’obbligo di firma e il divieto di avvicinamento. Ma il ragazzo non rispetta le prescrizioni: nelle scorse ore ha aggredito un’altra ex a Civitavecchia. E avrebbe già preso di mira una minorenne

Giacomo Costa
Le vecchie storie social dove il 19enne raccontava le sue vendette
Le vecchie storie social dove il 19enne raccontava le sue vendette

Mercoledì mattina alla porta c'erano di nuovo i carabinieri, non appostati per sorvegliare la casa ma per dare rassicurazioni a tutti i familiari. «Il codice rosso è stato attivato, abbiamo raccolto tutte le segnalazioni, tutto quello che ha fatto è stato riportato nel fascicolo, il ragazzo non potrà più avvicinarsi né alla sua vittima né a voi».

Significa che non potrà raggiungere Mirano ma neppure i Comuni del Padovano e del Vicentino dove abitano genitori e zii della giovane. Una misura estesa, quindi, che sarà definita nelle prossime ore nei dettagli e che si va ad affiancare all'obbligo di firma già comunicato martedì e che costringe "Zeus" a presentarsi nella caserma della sua città, Ferrara, quattro volte alla settimana, alle 13.

Peccato che il 19enne abbia già dimostrato di ignorare molto volentieri le indicazioni delle autorità: mercoledì è corso fino a Civitavecchia, ha fatto colazione affacciato sul mare, ha pubblicato un video dalla spiaggia, è finito al pronto soccorso. Eppure lui lì non dovrebbe andarci: ci abita un'altra sua ex, anche lei tormentata e che ha fatto denuncia.

Il ragazzo, in realtà, non si limita a ignorare le possibili conseguenze legali delle sue azioni ma, al contrario, le ricerca volentieri: da anni si ritrae in manette, accerchiato dalle divise, e ogni divieto rappresenta per lui una sfida da superare, meglio ancora se a favore di telefonino, così da condividere ogni passaggio con chi lo segue via social; mercoledì aveva coniato un nuovo hashtag: "freezeus", ma in realtà "Zeus" è quasi già "morto", perché nella sua battaglia contro le forze dell'ordine il 19enne si è già scelto un altro soprannome, ora è "lupo".

La sua fascinazione per il carcere emergeva chiaramente già da settimane: era lui stesso ad augurarsi di finire in prigione quando aveva deciso di vendicarsi della sua ormai ex fidanzata diffondendo foto e video che la ritraevano in momenti intimi; non si sarebbe trattato di immagini eccessivamente spinte, ma comunque di file privati, registrati proprio da lui. Di fatto era comunque revenge porn, lui stesso lo sapeva bene e lo sbandierava volentieri.

Anche quello resta comunque solo un capitolo di un inferno che, ormai, durava da oltre un mese: la situazione è esplosa sabato scorso, quando Zeus ha convinto la ragazza con cui si è frequentato per circa un anno - e che ormai aveva deciso di chiudere la storia - a rivedersi; lei, residente a Padova, da settimane si era rifugiata dalla zia, a Mirano, proprio per sfuggirgli, ma quel pomeriggio ha ceduto alle sue insistenze, rafforzate dal racconto di una fuga da casa.

Il 19enne si era studiato la cittadina che non conosceva, aveva trovato un luogo appartato e lì l'aveva insultata, picchiata, minacciata con le forbici, fino a che lei non è riuscita a scappare. Lui è stato fermato, poi rilasciato. E lunedì era nel giardino della ragazza, a Padova, a minacciare i suoi animali domestici. Bloccato nel Vicentino, era libero dopo altre 14 ore in caserma.

Eppure solo un mese fa i carabinieri l’avevano già sorpreso con un coltello: la rottura si era già consumata e, tra una vendetta a distanza e l’altra, aveva annunciato a un amico l’intenzione di raggiungere la 18enne e ucciderla. Il ragazzo che ha raccolto la sua promessa non l’ha giudicata come una semplice spacconata: conosce Zeus, si è spaventato, ha chiamato il 112; i militari, ascoltata la segnalazione, sono riusciti a intercettare il 19enne in stazione, scoprendogli addosso una lama. Anche quell’episodio, però, si era risolto con poche ore di fermo.

Intanto monta la preoccupazione per un’altra ragazzina, di diversi anni più giovane - e quindi minorenne: il ragazzo l’ha contattata ancora martedì, da giorni starebbe provando a sedurla, a manipolarla. La giovanissima è un’amica della 18enne aggredita a Mirano, le due si sono parlate ed è stata proprio la più piccola a confermare all’altra che Zeus era di nuovo in libertà, armato di un nuovo telefono e di una nuova sim card. 

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