Il gestore del Playa Loca dopo l’omicidio: «Non riesco a dormire, sto pensando alla chiusura»

Christian Simioni racconta quanto accaduto dentro il suo locale a Castelfranco nella notte di domenica, prima della tragedia costata la vita a Lorenzo Cristea: «I due gruppetti avevano avuto un battibecco ma li abbiamo fermati e accompagnati in parcheggio»

Enrico Ferro
Christian Simioni, titolare del Playa Loca
Christian Simioni, titolare del Playa Loca

Christian Simioni, 54 anni, titolare del Playa Loca, gestore di discoteche da quasi 25 anni, è anche padre di tre figli di 33, 21 e 14 anni. «Il ragazzo morto era coetaneo di mia figlia», dice Simioni con la testa tra le mani, mentre ripercorre quell’ultima notte maledetta nel suo locale. «Non riesco più a prender sonno, penso e ripenso a ciò che è successo. Sto facendo importanti ragionamenti anche sul futuro».

Simioni, cosa intende dire? Vuole chiudere l’attività?

«Sto meditando. Questo è un fatto che pesa troppo».

Pesa sulla coscienza? Sente di non aver fatto tutto ciò che poteva fare?

«No, non si dica questo per favore. Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo e nulla faceva presagire un simile epilogo».

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Spieghi com’è andata, allora.

«È andata come va quasi ogni fine settimana. I ragazzi coinvolti li conoscevamo tutti, sono clienti abituali e non hanno mai dato problemi».

Cos’è successo questa volta?

«Hanno avuto un diverbio ma solo parole».

Come ve ne siete resi conto?

«Improvvisamente si sono ammucchiati in un angolo della discoteca. È stato anche facile notarli, la serata era un po’ scarica a causa dell’Aperyshow di Arsego».

Dunque i due gruppi si sono ammucchiati all’improvviso e voi cosa avete fatto?

«Abbiamo subito mandato i buttafuori: hanno isolato i due gruppetti e li hanno accompagnati all’esterno. In genere facciamo così».

Ecco, spieghi come fate di solito.

«Se vediamo che la situazione è grave, un gruppo lo tratteniamo dentro e l’altro lo facciamo uscire. Se invece riteniamo che la situazione sia gestibile li accompagniamo fuori, fino alle macchine, fino a che non vanno via».

E sabato notte li avete accompagnati fino alle macchine?

«No, non c’è stato bisogno».

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In che senso?

«Una volta in parcheggio il gruppetto del ragazzo che poi è stato ucciso ha manifestato l’intenzione di andarsene. Dicevano che sarebbero andati a Jesolo».

Quanti erano?

«Otto, nove persone, comprese alcune ragazze».

Dunque manifestano l’intenzione di andarsene a Jesolo, e voi che fate?

«Per noi era finita lì. Io me ne sono andato perfino a casa. Verso le 4 però mi hanno chiamato i buttafuori».

E cosa le hanno raccontato?

«Erano stati avvisati di una rissa a circa 800 metri dal nostro locale. In tre sono saliti in una macchina e sono andati a vedere. C’era già quel ragazzo a terra, i due aggressori hanno provato a scappare. Sono stati loro, quelli della sicurezza, a fermarli».

Lei come ha reagito di fronte a una notizia del genere?

«Dopo un po’ mi sono rivestito, ho preso l’auto e sono andato all’ospedale di Castelfranco per capire. Ma non sono riuscito a entrare e sa perché? Per le urla disperate che sentivo da fuori. C’erano i parenti del giovane. Non ho avuto coraggio di farmi avanti e me ne sono andato».

Cos’ha deciso di fare come gestore?

«Ho deciso di chiudere il Playa Loca, chiuso per lutto, in segno di rispetto verso quel ragazzo. Però sabato ci sarà un’apertura speciale all’Arya’s, l’altra mia discoteca. Con Protection 4 kids facciamo un evento di sensibilizzazione sabato sera. Ma c’è un aspetto che mi sta facendo soffrire molto».

Quale?

«Sui social mi stanno criticando per questa apertura, come se volessi speculare su quanto accaduto. Ma che ne sa quella gente, di quanto io stia soffrendo».

Teme sanzioni da parte dalle forze dell’ordine?

«Io sono a disposizione degli inquirenti. Sono convinto sappiano che non c’entriamo nulla, che abbiamo fatto tutto il possibile. Sono in pace con la coscienza ma non riesco a dimenticare».

Lei è di Piazzola sul Brenta, nel Padovano, figlio di una famiglia di gelatai. Poi si è buttato sulle discoteche. Davvero potrebbe chiudere tutto, per sempre?

«Ci sto pensando, a breve prenderò una decisione».

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