Energia Italia, l’offerta social e la beffa in 2 anni: ecco come funzionava
![LA MAPPA. Ecco una visualizzazione dei clienti triveneti di Energie Italia, fallita nel 2020](https://images.tribunatreviso.it/view/acePublic/alias/contentid/aeb0ac72-e569-4d6d-9305-f153ae10b226/0/copia-di-copy-of-image_0.webp?f=16%3A9&w=840)
Una batosta a orologeria. Si potrebbero riassumere così i tanti contratti «senza pensieri» promossi da Energia Italia Srl, società di Conegliano che operava nel mercato della rivendita di energia, fallita nel 2020, e che oggi sta mettendo sotto l’occhio della Finanza circa 1500 clienti.
Una decina di persone riferibili ai vertici di Energia Italia sarebbero indagate per truffa e peculato ai danni dello Stato nell’indagine avviata dopo il fallimento e gli esposti: viene contesto l’aver occultato i vantaggi fiscali nella fornitura dell’energia.
Tutti gli accordi sottoscritti da famiglie e imprese con l’azienda guidata dal veneziano Paride Massarenti sono crollati nel giro di 24 mesi.
La truffa social
«Le offerte venivano pubblicizzate con un bombardamento sui social network» racconta Diego, uno dei clienti trevigiani che oggi sono alla prese con debiti e tribunali a cui chiedono di avere ragione.
Tempo due anni e le migliaia e migliaia di euro raccolte nel mercato libero proponendo di azzerare le bollette sono scomparsi come la società. I clienti raccontano tutti una versione simile, tanto che ci si potrebbe regolare l’orologio, o meglio il calendario.
Obsolescenza programmata? Verrebbe da pensarlo, ma sarà la Guardia di Finanza di Conegliano che sta seguendo l’inchiesta sul ko della società a formalizzare le accuse. Di fatto c’è uno schema di accordi che in due anni è svanito lasciando i clienti alle prese con gli obblighi nei confronti delle società di finanziamento cui si rivolgeva Energia Italia per rendere immediatamente attivabili i contratti; nei confronti dei gestori di energia subentrati a Energia Italia ben lontani dal «riconoscere bollette zero per dieci anni»; e infine, ed è questione degli ultimi giorni, davanti alla Guardia di Finanza che sta convocando i clienti nelle varie province per chiedere conto delle «illecite detrazioni» fatte portando in dichiarazione, come bonus energia, l’ammontare del finanziamento fatto coi contratti.
Un castello di carta crollato in due anni
Due anni e il castello è venuto giù, come i tanti “schemi Ponzi” creati per rastrellare soldi facendo credere ai clienti di farli guadagnare. «Ora, io come altri, siamo alla caccia di giustizia, ma ci troviamo in una giungla di burocrazie e aule di tribunale» racconta Diego. Oggi c’è un “buco” da oltre tre milioni di euro che lo Stato vuole riprendersi. Tutti i soldi che sono stai portati in detrazione, ma che non avrebbero dovuto e potuto esserlo. E i clienti continuano a pagare per nulla.
«Finanziamento da 15 mila euro in fumo. Pioggia di ingiunzioni»
«Siamo in tribunale, in causa con la Finanziaria. Delle promesse fatte nulla si è avverato. I contratti sottoscritti? A vuoto, ed oggi siamo costretti a combattere».
Paola e la sua famiglia sono trevigiani, e sono uno dei tanti contratti stipulati da Energia Italia in giro per l’Italia, soprattutto tra Veneto e Friuli dove la società di Conegliano ha battuto a tappeto il territorio tra offerte pubblicizzate sui social network e porta a porta.
«Sembrava tutto ok, tutto in regola, lo stesso venditore ci ha assicurato trasparenza e correttezza. Non era così». La sua famiglia, con Energia Italia, aveva pattuito l’installazione di una caldaia e la fornitura dell’energia per dieci anni: «totale spesa 15 mila euro» racconta. «Ci hanno chiesto copia delle bollette, hanno fatto un calcolo stimato dei consumi allargandoli un po’ per darci maggiore libertà, ed hanno definito una cifra» spiega, «comprensiva della nuova caldaia e di tutta la spesa energetica della casa per il decennio. I 15 mila euro appunto».
La famiglia di Paola ha accettato ed ha firmato un finanziamento con una nota società del settore. L’accordo: si paga, si installa la caldaia e addio bollette fino al 2029. «È durata due anni prima che ci arrivasse la lettera che il gestore non c’era più ed eravamo passati ad un altro distributore di energia che pretendeva i pagamenti. Ma nel frattempo non è andato tutto liscio anzi».
Paola non soltanto è stata costretta a chiamare una ditta di impiantisti per sistemare la caldaia che «era montata male, scorretta, ed andava sistemata, cosa che loro non facevano perché nemmeno rispondevano al telefono». Ma si è vista recapitare nei mesi anche bollette da pagare anche se non dovute. «Quando siamo riusciti a rintracciare un venditore ci ha detto che si trattava solo di un errore, che era tutto a posto».
Poi tutto è venuto meno. Oggi la famiglia è tra i vari clienti che si sono rivolti ad Atecon, associazione a difesa di consumatori, per portare avanti la battaglia legale. «Siamo in causa con la finanziaria, che nel frattempo ha ceduto il credito ad altre che da mesi continuano a inviare ingiunzioni di pagamento».—
«Dicevano “è tutto detraibile”. Ora mi ha chiamato la Finanza»
«Mi ricordo chiaramente quando mi dissero: non si preoccupi, tutta la spesa è detraibile con il bonus energetico. Ora a chiedermi conto di quelle detrazioni è la Finanza».
Daniele nella caserma della Guardia di Finanza è andato nei giorni scorsi. «Ho portato tutte le carte» racconta, «ho raccontato cosa era successo e come. Loro sono stati disponibilissimi e comprensivi ma ahimè: quello che ho portato in detrazione devo restituirlo. Ora aspetto la lettera dell’Agenzia delle Entrate».
Daniele si è “salvato”, diciamo così, per essersi trovato davanti le notizie riguardanti “E+E”, società trevigiana che offriva opzioni di risparmio energetico rivelatesi una beffa. «Era di fatto la stessa proposta della Energia Italia» racconta, «così mi sono rivolto alla Atecon (associazione di consumatori che segue la vicenda E+E ed oggi anche Energia Italia, ndr) e mi hanno consigliato di sospendere immediatamente la detrazione. L’ho fatto, e mi sono salvato, perché negli anni avrei accumulato un bel debito mentre oggi fortunatamente mi limito a due anni di bonus da restituire».
Certo non è una soddisfazione, anzi, perché la consapevolezza di essere stati beffati e dover pagare mentre la società, ad oggi, non ha conseguenze dopo il fallimento, pesa. In Finanza Daniele ha mostrato i documenti, le sottoscrizioni, spiegato come era avvenuto il contatto e quale era la promozione: nel suo caso un condizionatore d’aria con bollette congelate per dieci anni e azzerate pagando subito «la stima fatta calcolando i miei consumi di bolletta con l’aggiunta del novo elettrodomestico e la possibilità di poter approfittare della loro offerta green».
Due anni di apparente serenità, poi la batosta: «Mi sono ritrovato con il finanziamento da pagare e con le bollette da saldare. In più con l’incubo del Fisco che si è concretizzato a fine giugno con la mia convocazione in caserma. Mi hanno cercato a casa» racconta, «per quanto siano stati gentilissimi e comprensivi non è stato piacevole». Daniele oggi è riuscito a sospendere il finanziamento, ma dovrà saldare il Fisco.—
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