Lovat, un teocon in Consiglio: indipendentista nemico di massoni e mondialismo
Eletto con Resistere Veneto di Szumski, ha 54 anni e due lauree. No vax, fu un mese in Rianimazione ai tempi del Covid: «Un inferno»

«Terrapiattista io? Alle spalle ho due lauree, libri e conferenze. Non sono un balordo che le spara grosse ma un uomo libero che si oppone al mainstream scontando calunnie di ogni genere».
Parole di Davide Lovat, eletto all’assemblea regionale in rappresentanza di Resistere Veneto, la lista capitanata dal medico No Vax Riccardo Szumsky.
Cinquantaquattro anni, single, nato a Feltre ma vicentino da sempre, agente immobiliare e poi docente di liceo, laureato in Filosofia del diritto e in Teologia: chi è davvero il consigliere ribelle?
«Un indipendentista veneto di lungo corso che collabora con catalani, scozzesi, fiamminghi; un cattolico tradizionale e integrale che crede nella dottrina e si sforza di tradurla nella vita quotidiana; un avversario della società del controllo, deriva del capitalismo finanziario, che esige comportamenti coatti e mina le libertà costituzionali».
Uno e trino, sì, nonché allergico alla vaccinazione. Durante la pandemia ha contratto il virus, trascorrendo un mese in terapia intensiva («Esperienza infernale») ma neppure l’intubazione l’ha indotto a cambiare idea: «Non sono un negazionista, sia chiaro, e in ogni caso attraverso la malattia ho sviluppato gli anticorpi. Ho fiducia nei medici, mi hanno curato bene, quello anti-Covid, però, più che un vaccino immunizzante, era un farmaco sperimentale, privo dei test necessari. L’ho respinto e lo rifarei, non per questioni di principio ma in nome della libertà di scelta. È vero, invece, che sono stato un convinto No Green Pass».
Meglio l’assembramento incontrollato e i contagi di massa?
«Il discorso sarebbe lungo, le rispondo che in nessun caso avrei potuto diventare complice della repressione in atto: l’Italia ha applicato misure feroci altrove sconosciute».
Con chi ce l’ha, in particolare?
«Con il globalismo, figlio di una degenerazione liberista che subordina la persona ai tecnocrati e trasforma i diritti naturali in permessi rilasciati dal potere».
È il leit motiv condiviso da una frangia della sinistra estrema…
«È la prova che io non ho paraocchi, rispetto ogni opinione e provo a ragionare».
A proposito di teste: contro ogni previsione, Resistere ha ottenuto il 5, 4% dei voti, preceduti dalla raccolta di 30 mila firme a corredo delle candidature. Che significa?
«Che abbiamo dato voce a chi non si riconosce più nei partiti e nei loro dirigenti. Che abbiamo risposto al bisogno di rappresentanza di tanti cittadini vittime del sistema e tentati dall’astensionismo dilagante. Un risultato straordinario, mi ripaga delle amarezze subìte in vent’anni di impegno politico».
Tra i suoi acerrimi nemici spiccano i massoni, ai quali dedica “La sinagoga di Satana” , un libro dal titolo tenebroso.
«È soltanto la definizione coniata da Pio IX. In realtà, questo trattato mira a dissipare dicerie e complottismi. La massoneria non è una trama nell’ombra ma qualcosa di più serio e inquietante. Lo dico da credente».
Al riguardo, da cattolico conservatore, si riconosce nel magistero di Leone XIV? «Certamente».
Nutriva eguale entusiasmo nei confronti di Papa Francesco?
«Un po’meno, vista la dichiarata “perplessità” circa il dogma dell’Immacolata Concezione e il suo discorso di Abu Dhabi che intravedeva in tutte le religioni la strada per giungere a Dio».
Cambiamo argomento: cosa legge nel Veneto post zaiano?
«In assenza di alternativa, il centrodestra ha dormito sugli allori e il rapporto tra politica e comunità si è sclerotizzato. Luca Zaia? È stato prodigo di pacche sulla spalla ai veneti e loro, lusingati, l’hanno premiato. Sulla bioetica, invece, si è allineato a Pannella, condividendo le posizioni radicali in materia di suicidio assistito, transizioni di sesso nella sanità pubblica, gravidanza assistita».
E il successore, Alberto Stefani?
«Educato e preparato, tuttavia è stato scelto da Roma, speriamo non sia troppo condizionato dal suo partito».
La sua prima mossa in Consiglio?
«Annuncerò una petizione popolare per introdurre lo studio della storia locale a scuola, la nostra sarà un’opposizione costruttiva e rigorosa».
C’è qualcosa che la offende nell’intimo?
«L’accusa di agire per un qualche tornaconto».
Si ritiene incorruttibile?
«Assolutamente sì». —
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