Crisi dell'auto, stretta del credito in liquidazione la Marazzato
Marazzato in liquidazione. Il rinomato marchio legato all’omonima famiglia trevigiana che in 30 anni di lavoro ha fatto la storia delle concessionarie della Marca chiuderà i battenti. Vendite in calo dal 30 al 50% e blocco del credito hanno messo fine all’impero di concessionarie: sei autosaloni in mezzo Veneto, 95 dipendenti fra Resana a Mestre, Treviso e Portogruaro, Pederobba e Conegliano. Il cuore è in via Noalese a San Giuseppe. Ieri i lavoratori si sono riuniti in assemblea per decidere il da farsi: rischiano la mobilità. Ieri la riunione indetta dai vertici di Marazzato nella sede di Unindustria.

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Vertice durante il quale è stato comunicato ai sindacati la decisione definitiva, maturata dopo lo stop delle banche e confermata in serata da un comunicato da parte dei legali dell’azienda. Sarà quindi liquidazione di tutte le attività. Un processo lungo che servirà per pagare tutti i creditori e allontanare lo spettro del fallimento. Nei prossimi giorni la palla potrà passare al tribunale di Treviso su istanza dei lavoratori e degli istituti di credito, entrambi in possesso di requisiti necessari per chiedere il concordato preventivo, soluzione non esclusa da parte dell’azienda. Vale a dire una procedura che raccogliendo i pareri favorevoli tra le diverse parti in causa, può portare a una chiusura tutto sommato veloce e indolore. Se il fatturato si aggirava stabile sopra gli ottanta milioni di euro, a preoccupare maggiormente è l’esposizione con le banche creditrici, i cui nomi non sono stati resi noti. Secondo le dichiarazioni rilasciate dal comunicato dell’azienda, i ripetuti tentativi di salvataggio non sono riusciti «per motivi riconducibili alla situazione generale e in particolare al momento un cui versano anche le banche». La crisi del mercato dell’auto da un lato e la chiusura del rubinetto da parte delle banche dall’altro, hanno ridotto gli effetti del processo di ristrutturazione avviato nel 2007, che portò ai primi tagli e alla chiusura di tre sedi. Un percorso di salvataggio contenuto in un piano di ristrutturazione sul quale avevano messo la firma anche i sindacati. Per dare una sistemata ai conti era stato infatti rimaneggiato parte dell’impianto organizzativo, in modo da ridurre il peso dei costi della vasta struttura commerciale, divisa in marchi italiani ed esteri che contava concessionari dall’alto trevigiano fino alla zona di Mestre, dove è tutt’ora attiva una delle quattro sedi, oltre a Pederobba e Conegliano. Ma è a Treviso, nella vetrina stradale di via Noalese a fianco dell’aeroporto di Treviso, che la famiglia aveva piantato profonde radici imprenditoriali. A capo dell’azienda c’è Lorenzo Marazzato, nato a Resana, città da dove era partito il gruppo, legato storicamente ad Alfa Romeo. Negli anni sono arrivati anche i marchi stranieri, da quelli orientali come Subaru fino a quelli americani, vedi Jeep e Chrysler. Dopo anni di vigore il mercato dell’auto ha però invertito la sua marcia, i conti hanno cominciato a traballare. Gli sforzi per riequilibrare gli assetti aziendali sono risultati inutili alla luce degli ultimi dati, dove i picchi negativi hanno toccato il 50% nel 2007. Erosi i margini e aumentata la concorrenza, il ricorso alle banche è diventato obbligato. Ma la ripresa dei consumi non è arrivata. Anzi. Lo scivolone degli ultimi mesi ha messo l’azienda su un piano inclinato, dal quale ormai sembra impossibili risalire. Non sono bastati gli incentivi per la rottamazione né le campagne promozionali. Oltre alle auto nuove, il gruppo conta uno dei parchi usato tra i più grandi sul territorio, oltre e terreni e fabbricati. Sostanze che forse dovranno sostenere il piano di chiusura. Nei prossimi giorni ci sarà quindi l’assemblea dei soci, convocata per deliberare la definitiva messa in liquidazione del gruppo.
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