Che cos'è la circoncisione
Il rito nelle parole di un Imam
“La circoncisione, nel mondo islamico, non è solo un rito, né tantomeno una semplice tradizione: è anzi un aspetto essenziale della fede, perché consigliata dallo stesso Maometto nella Sunna, i detti del Profeta che spiegano il Corano”. Sono parole di Bouriqi Bouchta, marocchino, 34 anni, a Torino dall’86 ed oggi imam nelle moschee di corso Giulio Cesare e via Baretti.
“L’origine del rito – spiega Bouchta – si fa risalire ad Abramo, che ad 80 anni si autocirconcise ed estese questo gesto alla sua famiglia. Il Corano, nella Sura delle Api, al versetto 123 dice: “Ti riveliamo di seguire con sincerità la religione di Abramo: egli non era affatto un associatore (cioè un pagano non appartenente ad una religione monoteista)”. Va da sé che la religione di Abramo vada seguita in tutti i suoi aspetti. La circoncisione è peraltro una delle regole da seguire per la cura del proprio corpo: le altre sono la rasatura dei peli sotto le ascelle e attorno ai genitali, la cura delle unghie (che devono restare corte) e dei baffi, che non devono mai coprire la bocca”.
Ci sono anche ragioni pratiche per eseguire la circoncisione? “Certamente sì, risponde Bouchta, anche se per un musulmano è prioritario obbedire ai comandamenti della fede e solo successivamente interrogarsi sul loro senso. Un buon musulmano quando si pone in atteggiamento di preghiera deve essere puro: è per questo che si fanno le abluzioni, ma nel prepuzio maschile possono facilmente rimanere delle tracce di sporcizia, quindi questa è un ottima ragione per eliminarlo chirurgicamente, dato che oltretutto è inutile. Il periodo consigliato per eseguire l’intervento va dai 7 giorni di vita a prima della pubertà”.
Tutti i musulmani vengono circoncisi? “In linea di massima sì, perché a differenza delle tradizioni, che cambiano di paese in paese, i riti come questo sono comuni , da 1400 anni, a tutto il mondo islamico. Ci sono però delle eccezioni, ad esempio quando motivi di salute sconsiglino l’intervento o nel caso di persone che abbraccino l’Islam in età adulta: l’intervento verrà fatto in quel momento, sempre che le condizioni fisiche lo consentano. Per l’Islam preservare la salute e la vita è sacro”. Come vivono il rito della circoncisione i musulmani che vivono in Italia? Quali problemi concreti si trovano a dover affrontare? “Per una famiglia di religione islamica che debba far circoncidere un figlio – risponde Bouriqi Bouchta – si aprono due strade: o approfittare delle vacanze e compiere il rito nel paese d’origine o farlo in Italia. La maggior parte delle famiglie scelgono la prima strada per poter condividere questo momento, fondamentale nella vita di un musulmano, con i parenti rimasti in patria, ma quando questo non è possibile lo si fa qui”. Come avviene questo rito? “Nei paesi di cultura islamica l’intervento può essere eseguito in casa da un addetto inviato dall’ospedale oppure si ricovera il bambino per lo stretto tempo necessario. Di solito il momento prescelto è il periodo in cui il bimbo inizia a camminare; nella maggioranza dei casi si opera in anestesia locale, ma vi sono persone particolarmente esperte che non la usano; nell’eventualità, statisticamente rarissima, di danni provocati dall’intervento, chi lo ha eseguito è tenuto al risarcimento.
Appena il bimbo torna in salute si fanno grandi festeggiamenti con tutti i parenti. In Italia invece la procedura è diversa: la famiglia ne parla con il pediatra che compila una regolare richiesta con la dicitura “per rito religioso”, poi si prenota l’intervento, abitualmente in un ospedale infantile o presso qualche medico musulmano, ma sempre all’interno di una struttura sanitaria. La gioia della comunità può manifestarsi, a scelta della famiglia, in forma privata o pubblicamente, in moschea”.
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