Cariparo: via libera all'aumento
Investimento da 228 milioni. Finotti: nessun taglio alle erogazioni

CARIPARO Antonio Finotti Ieri l’ok all’aumento da Cda e consiglio generale
PADOVA.
Fondazione Cariparo rompe ufficialmente gli indugi sul maxi aumento di capitale di Intesa Sanpaolo. Il Cda e il consiglio generale dell'ente che detiene il 4,92% di Ca' de Sass, hanno deliberato all'«unanimità» la proposta di sottoscrizione pro quota nell'ambito dell'aumento da 5 miliardi dell'istituto guidato da Corrado Passera. Un via libera atteso - forse la piccola sorpresa sta nell'unanimità del sì - che impegna la Fondazione guidata da Antonio Finotti a investire ulteriori 228 milioni in azioni Intesa Sanpaolo. Una somma, questa, che «risulta compatibile con le disponibilità patrimoniali e con la struttura del proprio portafoglio finanziario» sottolineano da Cariparo. In buona sostanza, la Fondazione aderirà all'aumento senza indebitarsi, senza intaccare il patrimonio e senza rivedere il programma delle erogazioni. Per fare fronte all'investimento si utilizzerà parte della liquidità disponibile (circa 99 milioni a fine 2009) e del portafoglio obbligazionario. «Con l'adesione all'operazione di aumento di capitale di Intesa Sanpaolo abbiamo confermato il nostro ruolo di socio forte e responsabile, in grado di dare un contributo alla stabilità del sistema bancario e conseguentemente dell'intero sistema economico del nostro paese e quindi anche del nostro territorio», sottolinea il presidente Finotti. «L'operazione non avrà ovviamente ripercussioni sulle erogazioni, attività prioritaria del nostro ente, e costituisce anche la premessa affinché gli azionisti ricevano nei prossimi anni dividendi importanti. E il piano industriale di Intesa Sanpaolo ci ha convinto in tal senso, dandoci la ragionevole prospettiva di un veloce e remunerativo rientro dell'investimento», motiva la decisione il presidente della Fondazione. Nel corso del consiglio generale, infatti, sono stati illustrati i contenuti del piano 2011-2015 di Intesa Sanpaolo. Presenti, proprio per questo, Giovanni Costa, vice presidente del consiglio di gestione di Ca' de Sass, Mario Bertolissi (vice presidente del consiglio di sorveglianza) e Gianni Marchesini (membro dello stesso organo). Da tale analisi è emerso come, sostengono da Cariparo, il rafforzamento patrimoniale consentirà una solida creazione di valore per gli azionisti. A piano, infatti, è prevista una distribuzione degli utili ai soci per 5,3 miliardi nel biennio 2011-2013 e di ulteriori 8,2 miliardi entro il 2015. In pratica Cariparo ritiene che l'ulteriore esposizione sul titolo Intesa Sanpaolo avrà ricadute positive, in termini di dividendi, nei bilanci dei prossimi anni. A quanto risulta, nell'ambito dei due board non si è parlato, invece, della possibilità che le fondazioni azioniste costituiscano un "veicolo" attraverso il quale garantirsi l'eventuale inoptato. Le previsioni che filtrano dalle sale operative sul successo del maxi aumento parlano di tutto esaurito. Ieri, intanto, è arrivato il via libera all'adesione anche dal comitato di gestione della Compagnia di San Paolo, primo azionista di Intesa Sanpaolo col 9,88%. Resta da definire il prezzo di emissione e, quindi, lo "sconto" a beneficio delle fondazioni. Questione irrilevante per molti, forse, ma non per tutti. Un chiarimento potrebbe già arrivare il 18 dal vertice tra le fondazioni e Passera.
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