Regione verso il bilancio provvisorio: allo studio un’addizionale Irpef da mezzo miliardo

Perché entri in vigore nel 2026 l’introduzione dell’imposta dovrà essere approvata entro il 31 dicembre. Palla al nuovo presidente

Laura Berlinghieri
L'assessore al Bilancio Francesco Calzavara e Luca Zaia
L'assessore al Bilancio Francesco Calzavara e Luca Zaia

L’esercizio provvisorio, la cui approvazione è in capo all’amministrazione attuale; salvo l’allungamento dei termini oltre il 31 dicembre, come chiesto dalla Regione Campania. Intanto, fiato in più per le casse del Veneto, complice l’intrecciarsi di una serie di circostanze favorevoli. Ma poi, se il prossimo presidente si convincerà a introdurre la tanto chiacchierata addizionale Irpef, i tempi saranno strettissimi: approvazione entro fine anno, o l’imposta entrerà in vigore non prima del 2027.

Sono le scadenze battenti di Consiglio e Giunta del Veneto. Che, andando a rinnovo a novembre, non avranno il tempo materiale per approvare la classica manovra di bilancio di fine anno, che, dalla delibera dell’esecutivo all’approvazione al Ferro Fini, richiede almeno tre-quattro mesi.

C’è chi, anche di recente, aveva profetizzato una manovra da “lacrime e sangue”. Ma, grazie a una serie di condizioni fortunate, la strada – pur difficile – dovrebbe essere meno impervia del previsto.

L’ipotesi addizionale Irpef regionale

Ma lo sarà soprattutto mirando alla prossima amministrazione, quando un po’ tutti danno per scontato l’introduzione dell’addizionale Irpef veneta. Nelle strutture della Regione, c’è chi ha già fatto i conti: se, come sarebbe ragionevole, dovessero essere ripetuti gli scaglioni dell’Emilia Romagna, il gettito per il Veneto potrebbe ammontare a 400-500 milioni di euro.

“Affari” della prossima giunta, e del prossimo presidente; e sarà interessante vedere la posizione di Forza Italia, già contraria all’aumento dell’Irap. In ogni caso, se la volontà sarà l’introduzione dell’imposta già dall’anno prossimo, la delibera definitiva dovrà avvenire entro il 31 dicembre.

L’esercizio provvisorio

Altra questione riguarda l’esercizio provvisorio, che questa legislatura dovrà autorizzare entro la fine del mandato. Con stanziamenti e spese che saranno tarati in dodicesimi, quindi con il respiro breve dei singoli mesi e non dell’anno. La prossima amministrazione dovrà iniziare il 2026 basandosi su questo esercizio, per poi approvare la manovra con i tempi standard, presumibilmente in primavera, come fatto dall’Emilia Romagna, al voto nel novembre 2024.

E i soldi? Preoccupa l’aumento del contributo alla finanza statale, che, per il Veneto, potrebbe salire da 30 a 90 milioni di euro, ed è oggetto di trattativa in sede di conferenza Stato-Regioni. Preoccupa il disavanzo della Pedemontana, che dovrebbe superare – ma non troppo, ed è questa la buona notizia – le previsioni del piano economico-finanziario.

Ma i 24 milioni oltre le attese per l’aumento dell’Irap – ed è un dato forse stimato al ribasso – sono una boccata d’ossigeno. Come lo è la prospettiva di un 2026 che vedrà il Veneto impegnato in una quota minore, per la compartecipazione ai progetti comunitari.

Gli assessorati con più necessità sono noti: Sanità, Trasporti. Ciascuno chiederà le risorse necessarie per le poste ritenute più importanti. Ma il “gettito invariato”, forse, non sarà più un dogma.

 

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