Biasin e le squillo, nuove accuse"Prostitute nude in terrazza"

Altri dettagli a luci rosse sulle case di appuntamento scoperte alle Stiore e gestite dall'ex sindaco di Silea Cesare Biasin. I residenti erano esasperati: "Foto porno in terrazza, viavai continuo di clienti"
Cesare Biasin
Cesare Biasin
TREVISO.
Due mesi di indagini a tappeto per inchiodare Cesare Biasin. Due mesi in cui i poliziotti hanno sentito i residenti di via Dell’Olmo, le prostitute, i clienti. Un lavoro minuzioso, certosino. Gli uomini della questura erano così di casa, ormai, che avevano persino il telecomando della sbarra che chiude l’accesso alle palazzine.


Alla fine, il dossier di accuse a carico dell’ex sindaco di Silea è dettagliatissimo. Lui nega l’ipotesi dello sfruttamento della prostituzione, ma secondo gli investigatori gestiva tre appartamenti all’interno dei quali si prostituivano - attualmente - due romene e un transessuale siciliano. Il giro sarebbe stato di almeno «qualche decina» di professioniste del sesso nell’ultimo anno.


Le foto in terrazza.
Erano esasperati, i vicini di casa. Non solo per il viavai continuo di sconosciuti, ovvero i clienti degli appartamenti del piacere a pagamento. «Vedevamo addirittura - racconta un residente - le prostitute che, completamente nude, si facevano le foto nei terrazzini». Le stesse foto che poi finivano sui siti internet che pubblicizzano le prestazioni. Secondo gli investigatori, era lo stesso Biasin che si occupava della pubblicazione delle immagini.


Due mesi.
La situazione era nota da qualche mese, e negli ultimi due la questura ha stretto il cerchio con una presenza quasi quotidiana in via Dell’Olmo. Che ci fosse un giro di prostitute era evidente a tutti, ormai. Servivano le prove per inchiodare i responsabili del favoreggiamento (una padovana risulta indagata) e dello sfruttamento (accusa che, al momento, ricade solo su Biasin). In questi due mesi gli agenti hanno raccolto minuziosamente le testimonianze dei vicini, dell’amministratrice di condominio, persino della responsabile vendite del gruppo edilizio che ha costruito e venduto gli appartamenti. Hanno portato in questura le prostitute per interrogarle, hanno passato al setaccio le immagini delle videocamere di sorveglianza. E anche la posta, dalla quale sono saltate fuori bollette intestate proprio a Biasin. Ora l’ex sindaco di Silea dovrà spiegare agli inquirenti cosa succedeva nei tre appartamenti a lui riconducibili (uno era affittato a nome suo, due a una prestanome). Secondo le accuse, Biasin si sarebbe intascato complessivamente circa cinquemila euro al mese dalle prostitute e dal trans per aver messo loro a disposizione le alcove.


Le visite.
"Scusi, sa dirmi dove abitano due ragazze romene?". Si arrivava pure a questo: non sapendo dove “esercitassero” le due prostitute, qualche cliente suonava un campanello a caso e faceva - ingenuamente e candidamente - la domanda. Chiaro che una situazione del genere fosse ormai insostenibile. Alcuni avevano già sondato il terreno per vendere casa. Ora - raccontano gli stessi residenti - la situazione è già nettamente migliorata, segno che il centro di gravità del viavai continuo erano proprio gli appartamenti sotto indagine.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso