Fontaniva, arrestato il presunto omicida di Fatos Cenaj: è il vicino di casa che avrebbe ucciso per piccoli dissidi
I carabinieri di Padova hanno portato in carcere un uomo di 45 anni accusato dell’omicidio del 58enne, avvenuto lo scorso 8 giugno a Fontaniva. In casa dell’arrestato sono stati trovati abbigliamento riconducibile alla scena del delitto e materiale utile al confezionamento di parti di arma da fuoco e munizioni

Dopo mesi di indagini condotte nel massimo riserbo, i carabinieri hanno individuato il presunto responsabile dell’omicidio di Fatos Cenaj, il 58enne di origine albanese trovato senza vita l’8 giugno scorso nelle campagne di Fontaniva. Per quel delitto, inizialmente scambiato per un incidente stradale, è stato arrestato un operaio di 45 anni, vicino di casa della vittima.
Il movente sarebbe legato a piccoli dissidi di vicinato.
L’uomo è stato raggiunto il 13 dicembre da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Padova su richiesta della Procura. Il provvedimento cautelare ipotizza a carico dell’indagato il reato di omicidio pluriaggravato da futili motivi e premeditazione.
A eseguire il provvedimento sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Padova, al termine di un’attività investigativa complessa che ha visto impegnati il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e la Compagnia di Cittadella.
Il corpo della vittima era stato trovato a bordo strada, accanto al triciclo con cui si spostava abitualmente. Solo i successivi accertamenti sanitari avevano escluso l’ipotesi dell’incidente, aprendo la strada a un’indagine per omicidio. Un’inchiesta che ha seguito diverse piste e che si è sviluppata attraverso un lavoro minuzioso, supportato anche dalle analisi scientifiche del Ris di Parma, ritenute determinanti per la ricostruzione dei fatti.
Un’indagine definita dagli stessi carabinieri di assoluta complessità. La vittima presentava un profilo di persona comune e l’analisi approfondita della sua figura e della rete relazionale non aveva inizialmente fatto emergere alcun punto debole o elemento anomalo.

In una prima fase si era ipotizzato che quanto accaduto potesse essere riconducibile a un colpo assolutamente accidentale. Solo grazie all’intuito investigativo, l’attenzione degli inquirenti si è progressivamente spostata sul vicino di casa. Un elemento che ha attirato l’interesse è stato quello di un ciclista definito “un po’ anomalo”, notato nella scena del crimine grazie alla visione delle telecamere di videosorveglianza. Indossava casco, maschera respiratore e occhiali da sole oltre a finti manicotti tatuati.
L’intuizione chiave è nata proprio dall’impossibilità di identificare il soggetto, che risultava appunto mascherato: da qui l’ipotesi che l’abbigliamento potesse essere stato acquistato online. Gli accertamenti hanno quindi permesso di far emergere che il vicino di casa aveva acquistato una serie di materiali riconducibili a quelli indossati dal ciclista anonimo presente sulla scena.
Nel mese di luglio è scattata la perquisizione domiciliare, durante la quale sono stati trovati pantaloni, scarpe, un caschetto e manicotti tatuati. Oltre all’abbigliamento, i carabinieri hanno trovato materiale utile al confezionamento di parti di arma da fuoco e munizioni: un tornio, ogive prodotte artigianalmente e tondini in metallo destinati alla preparazione di ulteriori componenti.
Ulteriori riscontri sono arrivati dall’analisi della bicicletta della vittima e di quella dell’indagato. In particolare, su parte delle ogive trovate in casa sono stati rilevati gli stessi residui di polvere da sparo, elemento che ha contribuito a consolidare il quadro investigativo.
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