Abertis cede le quote Atlantia

Qualche anno fa sfumò il matrimonio con Sintonia dei Benetton
L’autostrada Venezia-Padova
L’autostrada Venezia-Padova
 
VENEZIA.
L'ultimo legame tra gli spagnoli di Abertis e il gruppo Benetton si è sciolto ieri dopo mesi di annunci. Abertis ha chiuso infatti il collocamento del pacchetto azionario del 6,68% che deteneva in Atlantia, collocandolo a 15,60 euro presso investitori qualificati spagnoli e stranieri. Il prezzo è stato basato sulle ultime quotazioni di Atlantia con un premio dell'1,5% rispetto agli ultimi trenta giorni. Abertis, che ha incassato 626 milioni, ha portato a casa una plusvalenza netta di 151 milioni. Per Atlantia si tratta della fine di una lunga attesa visto che era ormai scontato che gli spagnoli uscissero dal capitale e l'indecisione nell'attuare la vendita aveva messo anche in attesa gli inventuali investitori nel titolo.
 Nonostante la messa sul mercato di un pacchetto così consistente, il titolo Atlantia ha segnato un aumento del 5%. A muovere la quotazione gli investitori istituzionali interessati a posizionarsi sul titolo, liberato dalla spada di Damocle che gli pendeva sul capo. Abertis non ha più alcuna partecipazione nel capitale di Atlantia, la cui quota di controllo è oggi in mano saldamente a Sintonia, la società dei Benetton che presiede agli investimenti nelle infrastrutture. Proprio nell'attesa delle decisioni di Abertis sulla quota di Atlantia, Sintonia aveva di recente messo a segno un aumento della partecipazione nella società autostradale, comprando dal fondo Aabar Infrastructure il 3,2% per un controvalore di 309 milioni, 16 euro per azione. Questa mossa, che ha fatto salire la quota della finanziaria dei Benetton dal 39 al 42% di Atlantia, impedisce oggi, per la legge dell'Opa, che Sintonia possa comprare quote rilevanti sul mercato e che quindi possa ulteriormente rafforzare la sua partecipazione. La legge stabilisce infatti che i soci possano incrementare la loro partecipazione solo di una quota prestabilita all'anno, che, in questo caso è circa del 3%.  Del resto l'operazione di acquisizione del 3% da Aabar, era stata messa in cantiere sia per rafforzare la presa dei soci italiani sulla società, sia proprio per togliere il rischio che, tutto d'un colpo, sul mercato si rovesciasse, tra Abertis e Aabar, il 10% di Atlantia.  La cessione definitiva della quota degli spagnoli chiude l'avventura, partita nel 1999, all'epoca della privatizzazione di Autostrade, quando Abertis entrò in Schema 28 con una quota del 13,3%. Seguirono i tempi dell'avventura della promessa fusione che avrebbe dovuto far nascere un gruppo mondiale delle infrastrutture, sostanzialmente controllato dagli spagnoli, fusione che però fallì per le opposizioni politiche e per le lentezze procedurali che finirono per scoraggiare l'accordo e, alla fine, per convincere i protagonisti della convenienza di andare ognuno per la sua strada. Pezzo a pezzo, così,l'accordo tra Abertis e Benetton fu smontato a partire dalla scissione del patto parasociale che legava Schema 28 ad Abertis sciolto nel 2007 e che ha reso gli spagnoli direttamente azionisti di Atlantia. Molta acqua è passata: Abertis è finita a sua volta nelle mire del fondo anglosassone Cvc Capital partners, che, già azionista con una quota del 15% vorrebbe conquistare il controllo della società anche se gli spagnoli della Caixa, tuttora azionisti di controllo del gruppo, non avrebbero molta intenzione passare la mano nel controllo di quello che è ritenuto uno dei gioielli dell'imprenditoria della regione catalana.  Anche la provincia di Venezia smobilizza il 7% delle quote possedute nell'autostrada Spa Venezia-Padova, pari a 171.173 azioni per un valore complessivo di 9.120.320€ e lo 0,71% delle azioni di Interporto di Venezia spa per un valore di 191.428 euro.

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