Porto di Trieste, il ministero indica Marco Consalvo come nuovo presidente

Si sblocca dopo oltre 500 giorni l’iter di nomina per l’ad di Trieste Airport. Poi le audizioni e la votazione alla Camera e in Senato

Diego D'Amelio
Marco Consalvo
Marco Consalvo

Dopo oltre 500 giorni di attesa, la nomina del presidente dell’Autorità portuale di Trieste e Monfalcone si è messa finalmente in moto. Come anticipato dal Piccolo, il ministero dei Trasporti ha indicato giovedì sera Marco Consalvo per il ruolo di numero uno dell’Adsp. La designazione è stata recapitata alla Regione.

L’intesa è un passaggio scontato, posto che l’ad di Trieste Airport è un profilo individuato dal governatore Massimilano Fedriga. Per Consalvo comincerà poi il percorso delle audizioni e della votazione nelle commissioni di Camera e Senato.

L’iter

La soglia psicologica dei 500 giorni era stata appena superata. Conto partito da quel primo giugno 2024 in cui sono diventate effettive le dimissioni di Zeno D’Agostino con sei mesi d’anticipo sulla scadenza naturale. L’Autorità di sistema è stata commissariata, passando per le mani di tre diversi dirigenti: Vittorio Torbianelli è rimasto in carica per un anno (fino al 10 giugno scorso), poi è toccato in rapida successione ad Antonio Gurrieri (dimessosi clamorosamente il 29 luglio) e Donato Liguori, che lascerà appena Consalvo sarà fatto presidente, per tornare a tempo pieno nel ruolo di direttore del ministero con delega ai Porti. Il nome di Consalvo era emerso il 30 settembre, ma la formalizzazione della nomina non era mai arrivata.

Non è ancora chiaro perché. Le cose si sono sbloccate giovedì e Fedriga assicura che «la Regione esprimerà la propria intesa: Consalvo è una persona competente e apprezzata con un curriculum di comprovata esperienza nazionale e internazionale. L’auspicio è che, concluso l’iter necessario alla nomina, possa assumere quanto prima questo nuovo importante incarico e riportare all’ordinarietà l’attività dei nostri scali portuali».

La situazione al Porto

Il governatore parla di ritorno alla normalità, ben sapendo che in porto l’aria è pesantissima. Gli operatori lavorano, ma da un anno e mezzo manca la strategia e serpeggia il pessimismo, dopo anni improntati alla massima fiducia, con D’Agostino capace di cavalcare una fase positiva dei traffici grazie a visione di lungo periodo e doti di leadership. I problemi da risolvere nel frattempo si sono accumulati, mentre sul versante dei container si registra una tendenza da de profundis: fra maggio e settembre, il Molo VII sta viaggiando fra -61% e -48% rispetto al 2024.

Fra i nodi, anche lo stallo del progetto di Servola. I 180 milioni stanziati dal Fondo complementare del Pnrr, per stazione ferroviaria e svincolo autostradale, sono stati riassorbiti dal ministero: la gara d’appalto è stata cancellata per l’impossibilità di concludere i lavori entro il 2026 e ora il Mit sta valutando un posticipo della scadenza. Ma non siamo più nel campo delle certezze e a ruota rischia di impantanarsi il Molo VIII, portato avanti da Hhla: 316 milioni di partenariato pubblico privato che non saranno cantierati fino alla certezza di poter contare sulle connessioni di terra per far partire e arrivare i container. Con la crisi in atto dopo l’ascesa di Fiume e il Molo VII sottoutilizzato, ha peraltro ancora senso programmare una seconda banchina contenitori?

Servono strategie, appunto. E pure capacità diplomatiche, per trovare nel frattempo un assetto soddisfacente per tutti nella competizione commerciale fra Dfds e Grimaldi, i cui effetti si manifestano con congestione delle banchine ro-ro e possibili impatti occupazionali, senza grandi risultati in termini di aumento dei volumi complessivi di rimorchi dalla Turchia. Altra gatta da pelare per Consalvo.

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La torre del lloyd, sede dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale

 

Tornando ai progetti Pnrr, i lavori stanno partendo fra Molo VII, banchina ungherese e area delle Noghere. Ma Adria Port è ancora in alto mare sulle autorizzazioni ambientali per cominciare a costruire il terminal all’ex Aquila e il futuro dei piazzali delle Noghere è tutto da scrivere. Di nuovo, le strategie. E nel caso ungherese, la capacità di incalzare i ministeri a chiudere le pratiche.

Poi c’è l’intermodalità. Il sottoutilizzo dell’interporto di Cervignano e la classe politica friulana che non gradisce ingerenze da parte di Interporto Trieste. L’alleanza con Pordenone rimasta appesa. Il polo del freddo sparito dai radar. L’assetto della società Adriafer e pure quello, fra le partecipate al 100%, di Porto Trieste servizi, che conta perdite importanti. Senza dimenticare la società informatica in house rimasta lettera morta, come d’altronde continua a essere per l’attuazione dell’extradoganalità del regime di Porto franco. In attesa di capire come andrà a finire l’inchiesta giudiziaria per riciclaggio che ha coinvolto Gurrieri: «un tema abbastanza imbarazzante», ha commentato ieri Edoardo Rixi da Genova, ripreso dal Secolo XIX.

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Una veduta di un’area portuale. Foto Lasorte

I dossier che attendono Consalvo sono una montagna. Si spera che il manager di Ronchi dei Legionari possa insediarsi presto.

A Roma

Dopo settimane di silenzio, Rixi in un primo momento ha parlato di superamento dello stallo alla commissione Senato, dove attendono la votazione finale 12 aspiranti presidenti. Il viceministro aveva prospettato l’investitura di tre nominativi a settimana, ma da Genova rimbalza l’indiscrezione che la pressione del ministero abbia ottenuto di più: come riporta il sito Shipmag, l’organismo dovrebbe essere convocato la prossima settimana per votare in blocco i 12 aspiranti presidenti ancora in sospeso.

Successivamente toccherà a Consalvo, che dovrà prima sostenere le audizioni. Sperando che le commissioni Trasporti di Camera e Senato non finiscano fagocitate nelle discussioni sulla legge di stabilità. Lo scorso 24 luglio, Rixi parlava di «fine della tiritera», dicendo di non aver intenzione di «andare in vacanza lasciando i porti in questa situazione». Speriamo che le vacanze non diventino quelle di Natale. —

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