Jesolo, le spiagge vuote si giocano il last minute a Ferragosto
La località vive un passaggio epocale nel turismo fra il post Covid, fra caro prezzi e nuove abitudini. Consumi in picchiata, regge solo il lusso

Un ferragosto all’ultimo minuto. Forse addirittura all’ultimo secondo. Jesolo, tra le località più gettonate della costa veneta, vive un passaggio epocale nel turismo fra il post Covid, la recessione in Germania, le guerre, il meteo ballerino che ha scatenato un caldo torrido a giugno, e un’estate anni ’80, da golfino sulle spalle la sera, ad agosto.
La prima settimana di agosto è stata “scarica” come ha detto il presidente dell’Aja, Pierfrancesco Contarini: «Luglio è il nuovo agosto», ha commentato con una frase destinata a rimanere scolpita, «la stagione è cambiata, ma alla fine i conti ci daranno ancora una volta ragione». Gli operatori sono convinti che la settimana di ferragosto le prenotazioni dell’ultimo momento rimetteranno a posto i conti.
Anche perché le spiagge semivuote a luglio sono inquadrate dagli addetti ai lavori come un segno dei tempi che cambiano. Video e foto di ombrelloni chiusi non convincono i gestori delle spiagge che parlano di fake news. Ma l’aumento dei prezzi dei lettini e ombrelloni non è un’invenzione e continueranno a cresce.
C’è chi vede nero: un ex socio di una Umg, unità minima di gestione, una delle 16 in cui è stata suddivisa la spiaggia di Jesolo per poi assegnarle con le gare, è perplesso: «A fine estate, con quelle foto che girano delle spiagge vuote e le polemiche, nel momento in cui dovremo versare il 40% dell’investimento complessivo per il fondo destinato alla lotta all’erosione marina, le banche non ci faranno credito».
Christian Rampazzo, invece, socio di Jesolo Beach Service, quella che ha investimenti per oltre 11 milioni e altri 9 in una seconda spiaggia in gara, pensa positivo: «Abbiamo presentato dei Pef, piani economico finanziari, che sono asseverati e quindi ci sarà un esborso dei soci e anche delle banche».
Alta finanza a parte, sono le spiagge non più affollate come un tempo a far riflettere Gianni Dalla Mora, ex assessore a Jesolo, appassionato di numeri che snocciola quelli di booking.com pubblicandoli in rete: meno 10 per cento di prenotazioni ad agosto. Per quanto sia attendibile la piattaforma in queste analisi parziali, il suo post è stato incendiario. «I turisti stanno arrivando», dice Roberto Dal Cin, presidente Confapi turismo nazionale, «solo la prima settimana è stata difficile adesso c’è una crescita costante ogni giorno che passa, anche se effettivamente nelle settimane scorse si registrava un calo».
Matteo Rizzante, albergatore che ha costruito un impero al lido tra alberghi e residence ha una visione di insieme: «Il turismo è cambiato perché è cambiato il mondo. Riduttivo parlare di crisi, spiagge vuote. Gli alberghi si riempiono da un giorno all’altro, da un’ora all’altra».
Chi soffre senza ombra di dubbio è il commercio, lusso a parte. Le boutique e i ristoranti di alta gamma lavorano a pieno ritmo. Ma la cartina di tornasole è la spiaggia. Qui i prezzi sono effettivamente aumentati. Le opinioni, però, cambiano. «Non siamo nella classifica delle spiagge più care d’Italia», dice Alessandro Berton, ad di Cbc, spiaggia davanti all’hotel Casa Bianca e presidente UnionMare Veneto, «Il problema è che il ceto medio sta vivendo la contrazione dei consumi».
I prezzi di lettini e ombrelloni variano: da un massimo di 40 euro la prima fila a un minimo di 15 per l’ultima. «La situazione cambia», dice Antonio Facco, presidente dello stabilimento Venezia, «in alcune zone all’estremità ci sono turisti stranieri durante la settimana, poi meno nel weekend. Il contrario al centro del lido, dove ci sono più italiani».
C’è chi ha pensato di anticipare gli sconti a sdrai e ombrelloni. Scelta, per esempio, fatta da Caorle arenili che propone ombrelloni scontati durante la settimana o nei weekend.
Tiene duro invece, Alessandro Iguadala, ai vertici della società Sebi di Jesolo, che ha appena formalizzato l’aggiudicazione della Umg 7, zona piazza Marconi, gestisce anche lo stabilimento Ponente-Aurora. Al Marconi i prezzi variano da 40 euro prima fila a 20 l’ultima e il pomeriggio 35 e 15. Ma al Ponente si scende a 30 e 18, prima e ultima fila.
«I prezzi scenderanno a settembre», spiega Simone Montino al Pineta Beach, lido est, è addirittura soddisfatto: «Noi siamo a 25 euro la prima fila e 17 l’ultima, nel weekend 28 e 20. Dal 25 agosto scenderemo di un paio di euro. I pendolari occupano 1.000 dei 1.500 ombrelloni. E sono sempre arrivati».
La verità riconosciuta da tutti è che il turismo è cambiato. Il pendolare è in difficoltà e spesso rinuncia a qualche domenica al mare magari per andare in ferie una settimana all’estero. Invece il lusso, anche sull’arenile, non conosce crisi: è il turismo di massa in spiaggia ormai a essere solo un ricordo.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso