Il “miracolo” trevisano del cuore di Francesco stilla sangue a quattrocento anni dalla morte

Il 28 dicembre 2022 saranno 4 secoli dalla morte di Francesco di Sales. Treviso ne conserva nel monastero della Visitazione di via Mandruzzato, il cuore che reca ancora tracce di sangue vivo. Nessun sensazionalismo, ma fenomeno sicuramente eccezionale. Una storia che vale un romanzo e si conclude alle porte di Treviso.
la storia
25 gennaio 1615. Giovanna Francesca di Chantal si reca con quattro consorelle a Lione per fondare, dopo Annecy, il secondo monastero della Visitazione. È qui che muore (era al seguito del duca di Savoia, Carlo Emanuele I), il 28 gennaio 1622, Francesco. Per il suo soggiorno lionese aveva scelto una disadorna stanza della casa del giardiniere del monastero. Le spoglie mortali furono inviate ad Annecy. Il cuore rimase a Lione dove ne fiorì il culto. Qui si inginocchiò Maria Beatrice d’Este, duchessa di York e futura regina d’Inghilterra.
la rivoluzione
Il monastero entrò, con la rivoluzione, nel mirino della politica anticlericale francese. Il decreto della sospensione dei voti fu notificato alla superiora del monastero di Lione, Maria Gerolama Verot, il 17 novembre 1789, da Jean-Marie Roland, visconte de la Platière, un economista che finirà suicida. Le monache fuggirono a Mantova portandosi dietro la reliquia. Peripezie di ogni tipo. Vestite con abiti civili e divise in gruppi per non dare nell’occhio. Ma Napoleone incalza ed è ancora fuga. Un pellegrinaggio drammatico. Il cuore viaggia sempre in una teca d’argento oggi conservata nel piccolo museo del monastero di Treviso, visibile nel parlatorio del primo piano. Dapprima in Boemia, a Krumau e Wittingau, quindi a Vienna, infine Venezia, dove trovarono asilo e pace per un secolo intero. Il 15 luglio 1801 la comunità fu ufficialmente accolta nella città lagunare. Giudecca e poi san Giuseppe di Castello. Quando le leggi demaniali espropriano le Visitandine, bisogna trovare un nuovo asilo. Siamo tra Otto e Novecento e al soglio papale viene eletto proprio il patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto. È Pio X che trova la soluzione. Fa acquistare alle suore un terreno a Treviso, alle Corti, proprietà dei Redentoristi decisi a stabilirsi a Mestre. Costa 23mila lire. Nasce il nuovo monastero che le suore popolano a gruppi successivi. L’ultimo gruppo è guidato da Maria Enrichetta Coletti, che reca il cuore del fondatore, 16 aprile 1913. Le accoglie Andrea Giacinto Longhin, il santo vescovo. Dieci anni dopo l’approdo a Treviso, il 30 luglio 1923 (da poco Francesco di Sales è patrono dei giornalisti) si tiene a Treviso un convegno attorno all’ordine. Lo presiede lo stesso Longhin e vi partecipa un giovanissimo Raimondo Manzini. Nel 1927 (e fino al 1960) avrebbe assunto la direzione dell’Avvenire d'Italia. E poi quella dell’Osservatore Romano. Il cuore di Francesco di Sales fu sottoposto ad esame scientifico nell’agosto del 1953. Superiora Anna Giuseppina Ghirardi e madre federale Anna Margherita Mazzocato (che fu superiora del monastero per 5 sessenni). Fu condotto da Vincenzo Mario Palmieri, ordinario di medicina legale a Napoli, e da Menenio Bortolozzi, anatomopatologo dell’ospedale di Treviso. Bortolozzi scrive che “lo stato di conservazione della reliquia, anche se parzialmente trasformata in polvere, esula dal normale”. Oggi il cuore del santo fondatore si trova in una teca dorata su un altare della chiesa delle Corti. Vicino ha la statua di Andrea Giacinto Longhin, opera di Elena Ortica.
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