Zorro dei cimiteri è un pensionato di 66 anni
Incastrato da testimoni e denunciato: «L'ho fatto perché il sindaco non chiudeva i camposanti»

Il capitano Giancarlo Carraro
VITTORIO VENETO.
Niente cavallo, «Zorro» è un pensionato che arrivava in autobus. Al posto della spada, sfoderava pennarelli e spray con i quali imbrattava tombe e muri dei cimiteri. Le sue scorribande sono finite: i carabinieri hanno identificato e denunciato M.B., 66 anni da compiere. E' lui l'autore di cinque raffiche di imbrattamenti ai danni di tre cimiteri: Sant'Andrea di Serravalle, San Giacomo e il cimitero monumentale di Ceneda. Perché lo faceva? Chissà cos'aveva davvero in testa. L'uomo ha detto che il suo era un «giusto fine» (da qui la «Z» dell'eroe buono), ovvero dimostrare la violabilità dei cimiteri in modo da spingere il sindaco (anche lui preso di mira con scritte offensive e una lettera anonima) a rafforzarne le misure di sicurezza. A incastrarlo sono state prima alcune testimonianze, poi le prove trovate in casa sua. Le testimonianze sono quelle di alcuni frequentatori dei cimiteri, in particolare due donne: a loro «Zorro» aveva confessato che l'imbrattatore avrebbe colpito di nuovo. Le due gli hanno chiesto come facesse a saperlo: vedendo la vaghezza un po' misteriosa della risposta, le donne avevano raccontato l'episodio a qualcuno, probabilmente al custode del cimitero, poi sentito dai carabinieri. A casa del pensionato, poi, sono stati trovati i pennarelli con i quali l'anziano ha imbrattato le tombe. I militari hanno trovato anche una macchina per scrivere, una vecchia Olivetti «Studio 44»: ora il Ris di Parma stabilirà (ma ci sono pochi dubbi) se proprio da quella macchina è uscita la lettera di rivendicazione spedita al sindaco Toni Da Re. Nella lettera, a firma di un sedicente «Comitato per la sicurezza dei cimiteri», lo Zorro mitomane criticava il primo cittadino per non aver chiuso adeguatamente i cimiteri dopo alcuni atti vandalici risalenti alla notte del 9 febbraio. «Quegli atti non li ha commessi lui - spiegano il comandante provinciale dei carabinieri, Gianfranco Lusito, e il comandante della compagnia di Vittorio Veneto, Giancarlo Carraro - ma da lì si è scatenata la sua reazione». Il pensionato frequentava spesso i cimiteri, portando un fiore sulla tomba dei genitori. Non risulta che i loculi della sua famiglia siano stati danneggiati da qualcuno. Se le cause della follia sono sconosciute, le conseguenze sono invece certe: M.B. è stato denunciato per vilipendio di tombe e danneggiamento aggravati.
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